Ci sono parcheggi per le auto di noi autistici sull'Isola d'Elba? Pare di no…
Dal racconto di una famiglia romana in vacanza sull’Isola d’Elba veniamo a sapere che nel paradiso naturalistico tra lagune e spiagge molto amate dai nostri teppautistici non ci sono parcheggi a disposizione per le auto che permettono loro di arrivarci. Insieme a Roberta Carretta, la mamma che ha sollevato il caso, dopo aver pagato il posto ad una gestrice che oltre a negarle un diritto non le ha risparmiato offese e insulti, chiediamo al sindaco di Capoliveri di spiegarci cosa succede e, se confermata questa lacuna istituzionale, di prendere al più presto provvedimenti.
In vacanza all’Elba tutto è sembrato perfetto alla famiglia romana del piccolo Alberto, autistico di 7 anni. Alloggiati presso la base logistica di Val Carene (il capofamiglia è colonnello dell’esercito) con uno stabilimento balneare a disposizione in una delle spiagge più affascinanti del posto, personale premuroso e attento. “Alberto sta così bene qui che pur essendo un non verbale, a contatto con la natura e in un luogo nel quale si sente protetto, riesce a pronunciare qualche parola”, racconta la mamma Roberta Carretta che per questo ha deciso che per il secondo anno consecutivo, i 16 giorni di vacanza li avrebbero trascorsi sull’isola. Non aveva calcolato un particolare che così non è rimasto: la spiaggia dista qualche chilometro dalla base, c’è bisogno della macchina per raggiungerla e quindi di trovare un parcheggio per poi poter finalmente raggiungere l’agognato mare. Proprio a pochi passi dalla meta hanno incontrato l’ostacolo più odioso: il mancato rispetto di un loro diritto, ostentato con arroganza e maleducazione dalla gestrice del parcheggio in convenzione con lo stabilimento.
“Non avremmo dovuto nemmeno pagare, ma abbiamo capito la situazione e quindi accettato di farlo con una piccola riduzione, 3 euro al giorno rispetto ai 5 richiesti agli altri. Una concessione che ci è stata fatta notare tutti i giorni dall’anziana signora che gestiva i 500 posti vicino alla spiaggia.”
Le famiglie di teppautistici sanno che il problema del parcheggio corrisponde ad una lotta quotidiana, soprattutto nelle grandi città, contro ignoranza e illegalità, Roberta che vive a Roma però non immaginava di dover continuare a combattere per un diritto anche nella piccola isola toscana. In vacanza, vedendo Alberto sereno, non ha voluto subito sollevare la questione e ha accettato di pagare, chiedendo però almeno una cortesia : “a mio figlio si innescano dei comportamenti problema ogni volta che sta tra le macchine quindi ho chiesto se si poteva trovare per la nostra auto un parcheggio vicino all’ingresso, guarda caso ci hanno dato sempre quello più lontano, con la scusa che avevamo un suv e quello ci spettava.”
Sempre per non rovinare lo spirito di una vacanza che per il resto, nella routine quotidiana tra albergo e mare proseguiva serena, la famiglia ha accettato di affrontare anche il percorso mattutino e poi pomeridiano tra le centinaia di auto per arrivare alla spiaggia, sperando che la voglia di raggiungere il mare riuscisse a distrarre Alberto.
Si tollera, si è abituati a farlo per sopravvivere, si accetta per allentare quella sensazione continua di essere in trincea per ottenere tutto ciò che invece dovrebbe essere dovuto ai nostri figli, ma c’è un limite davanti al quale anche la paziente Roberta non ha retto più ed è stato quello dell’offesa. “Ogni giorno la gestrice del parcheggio non si è fatta mancare la battuta crudele contro di noi e soprattutto contro Alberto.”
“Ringrazia Dio che cammina, mica è così grave. Se non riesci a domarlo te tuo figlio, ci penso io. Mica è un problema mio se è handicappato. Che poi un po’ ti ci atteggi con questa scusa per pagare di meno”
Questo un breve corollario dei buongiorno subiti dalla famiglia che ha solo chiesto anche al comandante della base di intervenire perchè si cercasse di venire loro incontro per evitare la gimkana quotidiana, pericolosa per lo stato di Alberto. “Anche il comandante ci ha detto di pazientare, come pure i vigili che dopo dieci giorni di insulti abbiamo chiamato e hanno fatto finta di ascoltarci, ma non sono intervenuti. E noi abbiamo retto e sopportato fino all’ultima offesa, proprio l’ultimo giorno che era purtroppo anche il compleanno di Alberto. Non ce l’ho fatta e ho chiesto il perchè di tanta ostilità. Noi avevamo diritto al parcheggio vicino oltre che gratis, ma di gratuito abbiamo avuto solo parolacce. La gestrice ha pensato bene di reagire minacciandomi, dicendo che avremmpo potuto risolvere la questione tra donne, alludendo forse ad un duello e che le avevamo proprio rotto i coglioni con il nostro handicappato.”
Alla vista di tanta tensione, Alberto è scappato tra le auto, recuperato ha avuto bisogno di diverse ore per calmarsi. Roberta non è scesa al livello della sua ruspante interlocutrice, ha risposto ma ha preferito trasformare la sua rabbia in una lettera al sindaco di Capoliveri per chiedere spiegazioni. “All’Elba non ci sono parcheggi per disabili, ho visto una famiglia francese nelle nostre stesse condizioni costretta a fare almeno 3 chilometri sotto il sole con il proprio figlio per raggiungere la spiaggia. Nel nostro parcheggio le poche auto come la nostra con il bollino disabile avevano sempre accanto la ricevuta del pagamento. Non è giusto e il sindaco deve rispondermi!”
Intanto al ritorno a Roma, alla telefonata del padre di Alberto che si è presentato con il suo grado di colonnello dell’esercito, si sono almeno mossi i vigili che hanno controllato il parcheggio e l’unica risposta che hanno saputo dare è “che la convenzione era in regola e che era tutto nelle mani del sindaco che avrebbe dovuto firmare un piano per assegnare i posti ai disabili.”
A questo punto, anche noi ci rivolgiamo, insieme a Roberta, al sindaco Ruggero Barbetti:
“E’ vero che i disabili che decidono di venire in vacanza all’Isola d’Elba non hanno pracheggi a loro disposizione? Sarebbe un loro diritto trovarne facilmente e non dover pagare oltre che subire l’offesa di gestori che non sembrano dare un’immagine accogliente di un posto invece così unico e meraviglioso del nostro paese.”
Aspettiamo una risposta e speriamo che l’anno prossimo Alberto e la sua famiglia possano godersi di più le meritate vacanze toscane.