Dato alle fiamme a 10 anni. E' autistico, ma nessuno lo dice
Bruciato a 10 anni dai compagni che pensava fossero amici: ora Kayden Culp, in ospedale, lotta tra la vita e la morte, con il 20% del suo corpo gravemente ustionato. Bastano questi pochi dettagli a far gelare il sangue: ma ce n’è un altro, fondamentale, che i media stranieri hanno messo ben in evidenza, nella maggior parte dei casi già nel titolo. Mentre i giornali, occupandosi del caso, hanno pensato di ometterlo: Kayden è un bambino #teppautistico.
E la vicenda assume un contorno forse anche più drammatico, perché allora si capisce come mai Kayden fosse convinto che quelli fossero suoi amici. Mentre loro – i bulli, come li chiamano i giornali. Ma noi preferiamo chiamarli piccoli assassini – si prendevano gioco della sua stranezza e mal digerivano la sua presenza. Riprendiamo allora una delle fonti che ci pare più attendibile e completa nel riferire la notizia: l’articolo apparso su The Indipendent:
Un bambino è stato fermato, accusato per le usctioni di primo grado riportate da un ragazzo di 10 anni con bisogni speciali. A quanto pare, Kayden stava giocando in un campo con altri due ragazzi, quando uno di loro lo ha cosparso di benzina e gli ha dato fuoco. E’ accaduto domenica scorsa a Kerville, in Texas.
Kayden sta ora combattendo tra la vita e la morte in ospedale, dopo aver riportato ustioni sul 20 per cento del suo corpo, dall’ombelico fino alle orecchie. I suoi genitori riferiscono che i suoi organi stanno cedendo e il bambino è tenuto in coma indotto. La madre ha detto che il figlio ha un comportamento autistico e problemi di parola e di udito, ma non è stato diagnosticato.
Kayden stava per salire in sella alla sua bici, come sempre, quando i bambini hanno detto: ‘Portiamolo dentro e diamogli fuoco’.
Secondo quanto riferito dai diversi giornali che hanno parlato della vicenda, il gesto di violenza sarebbe stato successivo a una serie di insulti e prese in giro, rivolte dagli “amici” a Kayden.
“Mio figlio è un ragazzo vivace, gli piace divertirsi – ha riferito la mamma del piccolo, Trysten Hatchett -. Credeva che quei ragazzi fossero suoi amici, ma lo hanno preso di mira e si sono presi gioco di lui. Lui mi raccontava che gli facevano sempre scherzi molto pesanti, ma Kayden voleva continuare a stare con loro perché credeva fossero suoi amici”.
Oltre a suscitare giustamente orrore e disdegno, il caso ha messo in moto la macchina della solidarietà: visto che le spese sanitarie negli Stati Uniti sono a carico della famiglia, e dal momento che si tratta di spese molto alte, è stata creta una pagina su YouCaring, per raccogliere donazioni a sostegno dei genitori di Kayden. La generosità è tanta, visto che sono stati raccolti addirittura 248.526 dollari in pochi giorni, sfondando decisamente l’obiettivo di 10 mila, a cui si puntava. Servirebbe lo stesso impegno per creare una cultura e una società in cui Kayden e i ragazzi come lui non corrano il rischio di esser dati alle fiamme da un gruppo di bagordi. Un mondo in cui i #teppautistici possano scegliere gli amici veri, voltando le spalle a chi non li sa capire. Ma questo è molto più difficile.