Fu così che ci siamo inventati una scuola per Kartautistici
Io mi ricordo che a 19 anni già avevo girato mezza Europa in macchina. Era veicolo e spesso alloggio di fortuna di economiche “vacanze massacro”, che condividevo con i miei migliori amici. Guidare un automobile era comunque l’ obiettivo primario della maggiore età, faceva parte delle basi necessarie per una minima vita sociale. Questo naturalmente non vale per Tommy e i suoi amici Teppautistici.
I nostri ragazzi sono eterni passeggeri, destinati ad essere trasportati a vita. Anche se qualche ignorante continua a chiamarli “Autisti” loro potranno vedere solamente altre persone alla guida. Ci sta naturalmente. Nessuno dei ragazzi che Tommy frequenta sarebbe in grado di circolare per le strade, solo Marco è quello della banda che in realtà guida da dio. Chissà perchè un giorno i genitori si sono accorti che a forza di guardare gli altri ha imparato. Di sicuro però anche a Marco che sa guidare nessuno affiderà mai il volante di un’auto.
Questo pensiero devo dire un po’ mi dava tristezza, già questi ragazzi sono considerati eterni bambinoni per molti aspetti che riguardano le loro possibili relazioni. Già il mondo preferisce vederli abbracciati a un orsacchiotto piuttosto che a una persona che non sia parente o adulto specializzato. Già quando pensiamo di portarli al cinema cerchiamo cartoni animati, davanti alla tv guardano Rai Yoyo e La Pimpa nonostante abbiano barba e baffi. Almeno la soddisfazione di poter guidare, in ambiente sicuro, volevo che l’ avessero. Ecco quindi come è nata l’ idea dei Kartautistici.
Il Kartautismo ci è venuto in mente una domenica di maggio. Avevamo deciso di accettare l’ invito pressante di un signore che ci aveva più volte chiamato dicendoci che secondo lui il Kart era un’attività che ai nostri ragazzi avrebbe fatto solo piacere. Aveva ragione, siamo andati in massa al Centro Karting Roma con qualche titubanza, ma quando si è visto Tommy, Bobone e soci alla guida abbiamo capito che è una strada che vale la pena di percorrere.
La persona che ci ha chiamato ha il vantaggio di essere sicuramente anche lui notevolmente folle, si chiama Luca Del Fante, vive in un castello vicino Roma, da generazioni il kart è la passione di famiglia. Luca ha lavorato con campioni dell’automobilismo di fama mondiale, che pare siano tutti partiti dal Kart. Nell’ufficio di Luca c’è una foto di lui e Lewis Hamilton giovanissimo, al tempo in cui si allenavano assieme.
Il metodo di Luca è semplice ed efficace, il ragazzo non è solo alla guida, ma ha l’ istruttore accanto che gli spiega i comandi, interviene sul pedale dell’ acceleratore e sullo sterzo quando necessario. Il kart da scuola Kartautistica è depotenziato e non presenta rischi. Il fine che ci siamo prefissati è riuscire a rendere autonomo nella guida il teppautista autistico. All’inizio, almeno per Tommy il primo problema è stato il rumore del motore, poi l’ emozione di gestire un mezzo che cammina da solo, quindi il coordinamento tra pedale del freno e quello dell’acceleratore.
E’ un po’ come quando Tommy ha imparato a gestire il cavallo, ci sono voluti anni, certamente, qui magari con una macchina potrebbe essere più facile. Al secondo giro già andava meglio, ce la faremo. Come sempre facciamo di fronte a una nuova attività coinvolgeremo lo staff del nostro neuropsichiatra Gigi Mazzone, che già lavora nel progetto “autistici e giardinieri”. Non ci inventiamo nulla sia chiaro…Vogliamo solo riuscire a applicare un modello di lavoro che già ha funzionato a un’ attività abbastanza inedita come il Kartautismo. Vi terremo informati.