Buco Nero

E’ stato di nuovo sdoganato usare “mongoloide” come insulto?


Ci scrive Irene Gironi Carnevale, mamma di Tommaso ragazzo autistico adulto. Irene ha ascoltato ieri sera in tv qualcosa che l’ha profondamente turbata. E’ probabile che sia stato declassato come sintomo di inciviltà lessicale usare in senso dispregiativo il termine “Mongoloide”. Può essere che chi ancora provasse disagio nel sentirlo pronunciare debba essere bollato come un residuo del detestabile pensiero “politicamente corretto” che tanta ipocrisia generò nel mondo. Può darsi…Che noi oramai siamo residui del passato, siamo indietro rispetto al nuovo corso per cui il mondo marcia fiero verso un fulgido periodo di rinascita in cui gli umani “risvegliati” si sono liberati da questi ipocriti fronzoli e finalmente parlano il sano e spregiudicato linguaggio del popolo della rete… Puo’ darsi, ma vorremo solo ricordare che se si abbattono le garanzie delle categorie deboli a parole, presto sarà per tutti “normale” abbatterle concretamente a fatti. Speriamo che la rete e i protagonisti chiamati in causa oggi dicano che è stata solo una disattenzione, si scusino e saremo tutti contenti (GN)


Irene Gironi Carnevale

Ieri sera alla trasmissione Otto e Mezzo, condotta da Lilli Gruber, Marco Travaglio, al minuto 25,45 della trasmissione che potete rivedere a questo  link , ha usato la frase “Andate pure avanti a trattarli come mongoloidi” rivolgendosi a Gianrico Carofiglio nell’ambito di una polemica che, francamente, non mi interessa. Quello che invece mi interessa e molto è il consolidato malcostume di personaggi di vario genere, in questo caso giornalisti e “opinionisti”, di usare termini che riguardano una patologia come insulti. Una pratica comune che, evidentemente, non ha spinto la padrona di casa Lilli Gruber a redarguire Travaglio o a scusarsi di un comportamento così orrendo.

La 7, per bocca del direttore Enrico Mentana, ha più volte sottolineato e rivendicato un’informazione corretta e veritiera, scevra da quelle notizie troppo morbose e rispettosa nei contenuti e nella forma. E invece no! Non mi sembra proprio che ieri sera sia andata così. Ho postato dei commenti in merito sotto al post che pubblicizzava la trasmissione, stamattina dal pc non riesco a vederli, non so se li abbiano rimossi o meno e anche questo sarebbe grave se così fosse. Ho mandato un messaggio a Mentana il quale mi ha laconicamente risposto “Purtroppo ho visto”, ho mandato un messaggio ad Andrea Salerno, nuovo direttore di rete e aspetto una risposta. Manderò una mail all’Ordine dei Giornalisti perché non solo è grave il linguaggio di Travaglio, ma è altrettanto grave il silenzio della Gruber che da conduttrice e responsabile della trasmissione aveva il dovere di dissociarsi da un tale comportamento.

La pratica comune di usare termini riferiti a patologie come insulti, che ha a Roma una grande diffusione, soprattutto tra gli automobilisti che non lesinano appellativi come “encefalitico” e “cerebroleso” a chi si frappone tra loro e l’asfalto, senza minimamente pensare a cosa significa per una persona e per i suoi familiari una certa condizione di salute, non giustifica, anzi aggrava una mancanza di rispetto che porta i cosiddetti rapporti umani ai livelli più infimi. Non ci meravigliamo poi se trogloditi da strada schiaffeggiano parenti di disabili affermando la propria arroganza e prepotenza per un posto auto riservato o se anche tra i bambini sentiamo circolare a sproposito una certa terminologia. Il rispetto, che è alla base di qualunque rapporto umano, è ormai un patrimonio in via di estinzione che neanche il WWF riuscirà a salvare se noi tutti non facciamo qualcosa.

Irene Gironi Carnevale


Aggiornamento ore 19.30

 

Tv: disabili contro Travaglio, ‘ci ha offeso, si scusi’

(ANSA) – ROMA, 21 SET – Associazioni dei disabili in rivolta contro Marco Travaglio: nel mirino la frase pronunciata dal
direttore del Fatto quotidiano nella puntata di ieri di Otto e mezzo, il talk show condotto da Lilli Gruber su La7. “Andate
pure avanti a trattarli come mongoloidi”: ha detto Travaglio durante un acceso scambio con Gianrico Carofiglio, tema gli
elettori del Movimento 5 Stelle.
“Siamo certi che Travaglio non abbia voluto consapevolmente offendere le persone con sindrome di Down ma si è conformato,
come purtroppo ancora in molti fanno, ad un linguaggio che nell’accezione comune tende a considerare le persone con
disabilità in termini negativi e stigmatizzanti”, dice Roberto Speziale, presidente nazionale Anffas Onlus e genitore di una
persona con Sindrome di Down. Ma “stupisce che quanto accaduto abbia come protagonista proprio chi lavora con le parole”, che
“la conduttrice della trasmissione non abbia rilevato in diretta l’utilizzo improprio della frase” e che “l’emittente abbia
proposto sul suo sito web il video del confronto con una didascalia che riporta il termine utilizzato da Travaglio
inserendolo semplicemente, come se nulla fosse, tra due virgolette. Non siamo più disposti a tollerare un linguaggio che
ferisce e offende le oltre 40.000 persone con Sindrome di Down e loro familiari che vivono in Italia: queste persone si aspettano
almeno le scuse di Marco Travaglio e dell’emittente La7, nonché della conduttrice di Otto e Mezzo Lilli Gruber”.
“Sdegno” e “rabbia” anche per CoorDown, il coordinamento nazionale delle associazioni delle persone con sindrome di Down,
che ritiene “molto grave” il fatto che l’espressione “sia stata utilizzata da un giornalista e trasmessa in televisione, persone
e luoghi che dovrebbero al contrario essere preposti a fare informazione con un linguaggio corretto e appropriato, persone e
luoghi che dovrebbero fare cultura” e chiede “alla rete televisiva e all’Ordine dei Giornalisti di intervenire”.
“E’ stato di nuovo sdoganato il termine mongoloide come insulto”, scrive su Facebook Gianluca Nicoletti, che ha un
figlio autistico, rilanciando un post di protesta dell’associazione Per noi autistici. (ANSA).

Redazione

La redazione di "Per Noi Autistici" è costituita da contributori volontari che a vario titolo hanno competenza e personale esperienza delle tematiche che qui desiderano approfondire.

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