Su Channel4 un programma tv per capire quanto sei autistico
“Sei autistico?” è il titolo di un programma di Channel4, (Are you autistic?) un’emittente televisiva pubblica britannica che ha cercato di rovesciare i preconcetti sulla neurodiversità. Mentre in Italia si sta consumando la solita, spesso sterile, querelle social che vede coinvolto Gianluca Nicoletti e il suo ultimo libro, in Gran Bretagna si prende atto, con la proverbiale aplomb che li contraddistingue, che l’autismo sia una condizione sottovalutata. Fino a poco tempo fa, si pensava che la prevalenza dell’autismo fosse quattro volte più alta tra gli uomini rispetto alle donne, ma ora sembra che le donne autistiche siano semplicemente più brave a camuffarlo. E mentre la diagnosi dei bambini è migliorata, è probabile che ci sia una generazione perduta di adulti, che non sanno di essere autistici, così come tante persone con diagnosi di grave psicosi, associata a forme d’ansia apparentemente immotivata, che sono trattati farmacologicamente e che invece potrebbero beneficiare di metodi relazionali specifici. (leggi articolo da “The Guardian”)
Il programma, (qui la scheda informativa) condotto dalla praticante dei diritti umani Georgia Harper e dall’artista Sam Ahern, entrambi autistici, insieme ad Anna Richardson nel ruolo di rappresentante della neurotipicità, ha lanciato un questionario online, il più grande studio del suo genere, che ha rilevato che 87.000 persone su 750.000 partecipanti avevano raggiunto o superato il limite diagnostico per l’autismo. Un risultato ben al di sopra della statistica accettata secondo la quale la neurodiversità interessi solo l’1% della popolazione del Regno Unito. E’ indubbio che serviranno ulteriori approfondimenti con gli specialisti dell’autismo, ma i dati devono fare riflettere.
“Sei autistico?” ha aperto la porta alla conoscenza di questa condizione. Particolarmente affascinante è stata la misura in cui il “mascheramento sociale” potrebbe essere alla base della sotto-diagnosi delle donne con autismo. Si è visto che le donne sono più preparate a fingere la socievolezza: ridono di battute che non trovano divertenti, hanno difficoltà con il contatto visivo, sono precocemente coinvolte nelle interazioni sociali e imparano prima dei maschi a destreggiarsi nelle difficoltà. In uno speed-date un gruppo di donne con neurodiversità si sono incontrate con uomini neurotipici, nessuno dei quali ha notato nulla. Niente di sconvolgente dal momento che sappiamo perfettamente come alla maggioranza degli uomini neurotipici piaccia celebrarsi e auto compiacersi. Ciò che ha stupito è stata la rivelazione delle difficoltà psicologiche derivate da questo mascheramento sociale. Diverse donne hanno affermato di sentirsi come dissolte all’interno di una stanza buia
Nella puntata è stata offerta la possibilità di una diagnosi per due persone – JP e Jo, entrambe trentenni – che sospettavano da tempo di trovarsi da qualche parte nello spettro. Dopo una serie di test nei quali è venuta fuori la loro supposta neurodiversità, sono stati affidati ad un esperto di autismo per le ulteriori indagini. La diagnosi è stata tenuta fuori dal programma e solo in un secondo momento è venuto fuori che entrambi erano autistici. Entrambi si sono detti sollevati; la diagnosi è stata importante per JP, il cui figlio di nove anni è autistico. Ciò gli ha permesso di considerare la realtà da un altro punto di vista, di rivedere la sua vita alla luce di una nuova consapevolezza, di comprendere molte situazioni spiacevoli.
Sui social il programma ha avuto consensi e dissensi, questi ultimi sempre ancorati alle singole parole, a guardare il dito invece che la luna.
Gabriella La Rovere
ARE YOU AUTISTIC?
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