Tortino di placenta sotto sale e baby party per attaccarsi la varicella
Ci segnalano la convocazione per un varicella party che si dovrebbe essere svolto oggi a Milano. Una festicciola aperta a tutti gli amici che volessero approfittare della varicella che gira per quella casetta. Nulla di nuovo sono quelle cerimonie magico sciamaniche che fanno le mammine smart medical naturiste per passare “i santi bacillini” tra i loro pargoletti mettendoli a contatto con un altro bambino che ha in questo caso la varicella, ma ci possono essere party per il morbillo e altre malattie esentematiche. Lo scopo? Evitare i vaccini. Ne parlo nel recente libro: “Io figlio di mio figlio” dove la pratica viene definita: “quasi una sorta di eucarestia per ottenere l’immunizzazione (salvezza) ‘per via naturale’. (pp.199)
La pagina è il profilo Facebook di una giovane mamma, che sembra stupita dai messaggi d’insulti che alcuni le scrivono quando l’indirizzo del post comincia a girare. Naturalmente esplode la solita odiosa reazione della social disapprovazione, che si mischia con quella dei supporter e tutto finisce in una baruffa in cui tutti restano della loro idea e nessuno vince…Nemmeno il buon senso.
Invece che fare come tanti che adducono articoli del codice penale e suggeriscono denunce per diffusione di pestilenza o non so che altro, passo un po’ di tempo ad analizzare i profili dei seguaci del party e arrivo a quello di un’amica ostetrica, che a sua volta celebra con orgoglio un’altra festicciola da fattucchiere sotto al noce di Benevento (anche se la location è sempre la razionalissima Lombardia).
Per festeggiare una nuova nascita la mamma e le amiche banchetteranno con la placenta della puerpera, proposta su “letto di sale grosso” e guarnita con fiorellini colorati. Altra follia fanta salutista di cui parlo sempre nello stesso capitolo e che qui in parte riportiamo: “In Friuli una donna, dopo aver partorito, pretende che nessuno osi tagliare il cordone ombelicale che lega la placenta al figlio neonato. (…) Lei aveva il diritto di seguire la natura, ma soprattutto di seguire con decenni di ritardo rispetto al resto del mondo i dettami del Lotus Birth, per cui il neonato non deve essere separato dalla placenta per evitargli traumi. Ho avuto per radio una discussione con una mamma di ottima cultura e che parlava un perfetto italiano la quale mi raccontava come lei pure ha preteso che il suo bambino restasse attaccato alla placenta per una decina di giorni, finché si è staccata naturalmente. Per evitare la puzza della putrefazione aveva ricoperto la placenta di sale grosso e il bimbo si è tenuto quell’impacco di carne morta addosso perché la madre era convinta che questa pratica fosse indispensabile per «completare il suo corpo eterico».” (pp.237)
Ricordiamo che L’associazione delle ostetriche è stata costretta ad aprire un’indagine interna per accertare quali loro affiliate si prestassero ad assecondare tale pratica. Cfr. «Melog», programma di Radio24, puntata del 18 settembre 2017 («La superstizione corre nei social»).
Qualcuno dirà ancora una volta: “Perchè infierire?” e ci accuserà di accanimento verso il diritto di scelta. Invece è importante raccontare, portare alla luce di un possibile dibattito, sensibilizzare medici onesti e autorevoli perchè trovino maniera e metodo per comunicare in maniera efficace e convincente che altro non si tratta che di madornali cazzate.