Betty Demartis si chiede dove eravamo noi “cazzoni” quando l’Angsa lavorava per l’autismo?
Ci scrive Benedetta Demartis, Presidente Nazionale dell’ ANGSA. Fa riferimento al commento che ho fatto condividendo il pezzo del “venerdì” con l’intervista di Michele Serra a Elio.
Si è un po’ incavolata e dal suo punto di vista posso anche capirla. E’ vero lei in persona e molti come lei si sono sempre molto dati da fare, ma è un dato di fatto che le associazioni oggi in certe espressioni assomiglino tanto ai vecchi partiti ed è venuto forse il momento di uscire un po’ fuori dalle parole in famiglia e comunicare e comunicarsi in maniera un po’ meno sommessa.
Elio lo sta facendo, io lo faccio da tempo, anche perché questo fa parte dei nostri mestieri. pubblico la protesta di Betty che abbraccio forte! (Gn)
Cari Gianluca e Elio, io vi stimo e vi ammiro perché finalmente pure voi ci mettete la faccia, ma non posso accettare in silenzio di leggere che: “le associazioni di genitori sono un grande casino, circoli sparsi, niente di strutturato a livello nazionale”.
E no! Ecchecazzo!!! Maledizione!!! Mentre il “cazzuto” (…veramente era cazzone nda) scriveva di tutto e l’altro strimpellava canzoni demenziali, da anni un’associazione di nome ANGSA con oltre 1500 soci, e 46 sedi collocate in quasi tutte le regioni e 22 provincie, difendeva pubblicamente le madri dalle teorie frigorifero, denunciava i ciarlatani, organizzava convegni, seminari, tavole rotonde, per cambiare una cultura obsoleta, e senza nessuna scientificità radicata nelle menti di medici, terapisti e insegnanti. Dicevo, mentre faceva tutto questo, chiedeva e otteneva la Linea guida 21, la legge 134, scriveva un documento sui servizi utili per le persone con autismo in età adulta insieme ai massimi esperti italiani.
Pretendeva che l’autismo fosse inserito nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) quindi diritti sanitari esigibili! Collaborava nella stesura delle Linee d’indirizzo ratificate dalla Conferenza Stato Regionie e ancora, ha costituito un Tavolo di lavoro per costruire insieme a 7 università un Albo italiano che certifichi (come il Board in America) la preparazione professionale e la formazione permanente di esperti in analisti del comportamento e educatori.
Adesso voglio sapere quale associazione sparsa e incasinata avrebbe mai potuto affrontare una mole simile di lavoro se non un’associazione radicata, strutturata, caparbia, ostinata e motivata come è stata ANGSA. Che poi, nonostante questa fatica e impegno non si sia riusciti ancora a portare a casa risposte soddisfacenti per i nostri figli questo è un altro argomento e Michele Serra ci farebbe un grande favore se volesse metterlo in luce pubblicamente e approfondirlo con noi.
Quindi per concludere, ringrazio tanto Nicoletti che da anni ha capito come gira il mondo e ci da una grande mano, ma chiedo a Elio che finalmente ha deciso di mettersi in gioco, di affiancare chi in questi anni ha spianato la strada per abbattere muri e ricostruire insieme un futuro diverso ai nostri figli.
Benedetta Demartis per Angsa (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici)