10 cervelli ribelli per lo sport

10 Cervelli Ribelli per lo Sport: Lorenzo Rotella istruttore di Rugby

Vi presentiamo uno a uno i  protagonisti del progetto 1o cervelli ribelli per lo sport sostenuto da  OSO, ogni sport oltre, promosso da Fondazione Vodafone Italia . Sono 10 istruttori di 10 sport diversi e 10 atleti autistici testimonial ognuno di uno sport diverso. 

Ecco il ritratto di Lorenzo Rotella istruttore di Rugby.  Il testimonial autistico del Rugby  è stato Lorenzo Angeli


Lorenzo Rotella, il nostro maestro di rugby, è un signor cervello (oltre che assolutamente ribelle): dopo essersi bi-laureato in Filosofia ed Economia ha seguito un master in giornalismo ed ora lavora a Radio 24. Ma la sua vera passione, il vero punto costante della sua esistenza è sempre stato il rugby.

Galeotta fu la mamma che quando Lorenzo aveva nove anni, lo portava lui e il fratello, ogni domenica mattina, al Centro sportivo Tre Fontane dove si allenava la Rugby Roma. Per Lorenzo non fu, però, amore a prima vista. A differenza del fratello che si buttò subito nella mischia, lui era intimorito, il contatto fisico lo spaventava e passare indietro il pallone, mai in avanti, gli sembrava una cosa stupida.

Soltanto quando durante un allenamento qualsiasi, riuscì a chiudere gli occhi e a buttarsi tra le gambe di un compagno che stava andando in meta tutto cambiò… E nacque l’amore per il rugby. Ha giocato nella Rugby Roma, per 6 anni consecutivi. L’anno più bello è stato ai suoi sedici anni quando alla fine del campionato si sono posizionati terzultimi riuscendo a battere la prima classificata (la Primavera) e soprattutto a creare quei legami che ci si porta indietro per tutta la vita.

Poi Lorenzo si è spostato all’Unione Rugby Capitolina (URC) dove ha giocato per tre anni, vincendo uno scudetto U.20. Dopo la vittoria dello scudetto, però, le cose cambiarono. I problemi con l’allenatore, lo studio e soprattutto la mancata convocazione alla nazionale, collassarono nella decisione peggiore della sua vita: smettere di giocare. Per due anni e rimasto fermo. Per poi ricominciare quando aveva 23 anni ed tornato a giocare con la vecchia squadra, la Nuova Rugby Roma che gareggiava in Serie C.

Da due anni ha preso il primo momento (cioè patentino) per poter allenare fino all’U.12. Purtroppo, a causa del lavoro, non ha mai potuto fare pratica. Grazie a “Cervelli Ribelli” ha potuto avvicinare nuovi futuri allievi e con entusiasmo si sta già preparando per questa nuova sfida. Ha stilato un interessante piano tecnico che possa essere funzionale e proficuo all’autistico aspirante rugbista. Per vincere, alla grande, ritrosie ai contatti fisici e stimolare l’interesse per un’azione di gioco.

In un fazzoletto di campo, delimitato da normali coni colorati, gli elementi di un squadra si muovono con traiettorie casuali passandosi il pallone. Questo allenamento è molto utile per: percezione dello spazio, percezione dell’altro, contatto col pallone (termine tecnico handling), necessità di coordinare il moto con la manualità.

Una delle situazioni più allenate nel rugby è il cosiddetto due contro uno. C’è un difensore contro due attaccanti. Il primo attaccante punta il difensore e ad un metro circa di distanza dall’avversario passa il pallone al compagno accanto che andrà in meta. In un fazzoletto di campo, delimitato da normali coni colorati, ci sono due squadra. L’obiettivo è andare a fare meta. A differenza del rugby normale in cui si placca. In questa variante basta toccare l’avversario per fermarlo. E’ un modo divertente e pratico per imparare i fondamentali del rugby, evitando il contatto fisico.


 

I 10 CERVELLI RIBELLI  PER LO SPORT E I LORO ISTRUTTORI

Redazione

La redazione di "Per Noi Autistici" è costituita da contributori volontari che a vario titolo hanno competenza e personale esperienza delle tematiche che qui desiderano approfondire.

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