10 Cervelli Ribelli per lo sport: Maurilio De Gregorio l’istruttore di nuoto
Vi presentiamo uno a uno i protagonisti del progetto 1o cervelli ribelli per lo sport sostenuto da OSO, ogni sport oltre, promosso da Fondazione Vodafone Italia . Sono 10 istruttori di 10 sport diversi e 10 atleti autistici testimonial ognuno di uno sport diverso.
Ecco il ritratto di Maurilio De Gregorio istruttore di nuoto, il testimonial per il nuoto è stato Federico Biggiero.
Maurilio De Gregorio, romano, è il nostro maestro di nuoto. Il suo curriculum è di grande rispetto. Diplomato all’ Isef di Roma ha conseguito una laurea in psicologia all’Università la Sapienza e anche il brevetto federale (F.I.N) di istruttore e di allenatore nuoto. Dal 1996, infatti, lavora come tecnico presso le piscine del Foro Italico. Maurilio è anche fondatore dell’associazione sportiva Velasport (2009) con cui da anni segue il progetto di vacanze Petra e Piras Tour che organizza soggiorni più o meno lungo per ragazzi con disabilità cognitiva/relazionale.
Spesso e volentieri queste vacanze si svolgono in località marine o lacustri: nella sua esperienza, ci conferma, ha sempre rilevato in queste persone una certa predisposizione per l’elemento acqua.
Ma ovviamente un conto è farsi più o meno dolcemente cullare dalle onde del mare altro è nuotare. La tecnica natatoria, ci spiega De Gregorio, s’apprende in piscina con un istruttore che attraverso l’esercizio e le correzioni raffina lo stile degli allievi fino a farli diventare provetti nuotatori. Ma che dire invece dei cervelli ribelli, degli autistici? Come si fa ad insegnare a loro a nuotare? E un impegno differente, spiega Maurilio, e non può essere uguale per tutti. Dipende dal livello di attenzione e anche di interesse che l’allievo mostra. In genere come si fa con i principianti è preferibile che nei primi tempi il maestro stia in acqua per creare un contatto tattile e visivo con l’autistico. Il rapporto privilegiato è uno a uno, massimo uno a due. E’ preferibile che le lezioni si svolgono in un ambiente non affollato perché il rumore e le voci che rimbombano possono creare fastidio. Prima si comincia questa attività, cioè da piccoli, più è facile imparare a nuotare, Questa, ovviamente è una regola che vale per tutti. Ma diventa fondamentale per gli autistici.
Sulla carta, il percorso è fattibile. In realtà non è così. Non ci sono bambini autistici che frequentano le piscine il pomeriggio, come tutti i loro coetanei, semplicemente perché lecorsie sono impegnate per i corsi per i normodotati. L’inclusione in piscina non è ammessa a meno che non si creino delle isolette a parte per i “diversi”. Possibilmente però quando gli altri stanno a scuola (dunque si fa perdere la scuola all’autistico per farlo andare in piscina) oppure il sabato o in certi giorni, nella pausa pranzo, in cui ci può ritagliare uno spazio per l’autistico apprendista nuotatore tra le corsie riservate al nuoto libero. Questo è quello che moltissimi ragazzi autistici hanno dovuto passare per poter come tutti gli altri imparare a nuotare. Con queste difficoltà non tutti ci sono riusciti. Speriamo che la situazione cambi presto. E che ci siano più spazi per gli autistici durante tutta la settimana. Cosi sarà più facile per loro imparare a nuotare nell’acqua che tanto amano.