Pensare Ribelle

Aspergerragnez o Ferragnerger: dirsi Asperger rischia di diventare una nuova moda?

Giorni fa abbiamo qui pubblicato la lettera di una donna che aveva trovato in un mio libro (“Io figlio di mio figlio”)  alcune risposte sul suo sentirsi da sempre “cervello ribelle”. Ora pubblichiamo una sua ulteriore riflessione che è molto critica su come oggi si comunica l’essere neurodioversi,  sono pensieri  con cui la stessa donna si è scontrata da quando si è cominciata a porre domande su una sua possibile “appartenenza” a una categoria classificabile di persone.

QUANDO UNA DONNA CERVELLO RIBELLE SI GUARDA ALLO SPECCHIO

Pubblichiamo anche questa seconda lettera come spunto di dibattito, pur rendendoci conto che in alcuni passaggio oggetto della critica siamo pure noi che abbiamo chiesto una puntualizzazione al ministro che definiva gli asperger “malati”. Il tema è aperto, già qualcuno su quel tema della “malattia” ci aveva accusato di spicciola propaganda antigovernativa, altri di cercare visibilità attaccandosi a particolari formali indifferenti, altri disquisendo sul termine malattia, patologia, sindrome ecc.

Non vogliamo farne una discussione sul sesso degli angeli, restiamo dell’idea che se un termine risulta fastidioso per qualcuno è inutile usarlo, non è questione di “p0liticamente corretto” semplicemente è rendersi conto che faccia parte della nostra faticosa civilizzazione sforzarsi a usare termini appropriati per definire categorie umane che rappresentano sicuramente stati di fragilità. Magari se qualcuno ha pazienza di rileggersi quanto abbiamo scritto ritroverà espresso null’altro che questo semplice concetto. 

Ci piacerebbe che sulla possibile definizione delle linee guida di una strategia di comunicazione professionale della neurodiversità si potessi qui discutere…La mia è qui espressa nel “manifesto dei cervelli ribelli”.  (GN)



ASPERGER…TRATTIAMOLO CON PROFESSIONALITA’

Qui Terra, data 23 febbraio di un qualsiasi anno siderale non meglio definito…

Sono trascorsi solamente 7 giorni dal mio approccio attivo con il mondo Asperger, e appena 5 dalla giornata internazionale intitolata a questa sindrome, che già mi sta venendo la nausea.

Ma confesso di essermela cercata, e quindi mal che si vuole non duole…

Perchè in fondo, anziché lasciar scorrere le cose e attendere la fine della piena (come sono soliti fare tutti i comuni mortali), il mio “Cervello Ribelle” NO! … Lui ha insistito per leggere, approfondire, informarsi, confrontarsi e captare ogni minimo segnale giungesse da qualsivoglia fonte.. radio, tv, web,… persino dalle chiacchiere alla macchinetta del caffè.

Ed è cosi che ho preso consapevolezza d’esser nostro malgrado entrati nell’epoca di Asperger.. già, perché questa ancora ci mancava, e dopo la New Age, l’Era dell’Acquario, il tempo dei blogger e l’ondata vegan.. “Siori e Siore venghino…Benvenuti nell’epoca di Asperger.”

E adesso? Cosa ci attende? Quale l’ineluttabile destino che si srotola di fronte a noi, consumato come un red carpet sbiadito da troppi festival?

A far due previsioni spicciole…

Ci aspettano lunghi mesi nei quali ogni essere umano dotato di un accesso a internet, facebook, YouTube, o più semplicemente alla sala di attesa dello studio di un medico di base (di norma pullulanti di riviste da shampista), si sentirà in dovere di proclamarsi Asperger, nonché esperto in materia, per vissuto in prima persona.

Ci aspettano mesi nei quali individui normalissimi finalmente troveranno in questa affascinante sindrome una ragion d’essere per qualche loro tratto caratteriale magari un po’ particolare e mai accettato. (Il riconoscimento sociale come imperativo dell’oggi.. ma che sia Asperger, più leggero e fa figo.. l’autismo ancora spaventa)

Ci aspettano mesi nei quali delle normalissime mogli e madri affettuose, seriali conduttrici di SUV, con il WhatsApp intasato di gruppi (regalo maestra, festa di Martina, danza, violino, ecc…), troveranno in Asperger una loro via di fuga ad insostenibili frustrazioni derivanti da vite familiari piatte, monotone e asessuate. Quasi quasi potremmo pure ritrovarci i Ferragnez tra gli Asperger, e non mi stupirei vista l’eco che ne potrebbe derivare e il ritorno di investimento… (lascio a loro la scelta tra Aspergerragnez o Ferragnerger…)

Ci aspettano mesi in cui si leggerà e si ascolterà di tutto: sacrosante verità, quanto stupidaggini mega galattiche..

Ci aspettano mesi di talk show e coming out di starlette di serie B a caccia di un cachè di sopravvivenza…

Ci aspettano mesi.. che poi sfumeranno da soli, passata l’alta marea, lasciando dietro di sé solo i detriti di un’altra epoca masticata e sputata come un chewing gum che ha perso il gusto.

Io mi aspetterei invece che questa Era dell’Asperger potesse rappresentare una svolta.

Vorrei vedere le argomentazioni trattate con professionalità e competenza.

Vorrei non assistere più ad inutili e stupidi battibecchi pubblici da twitter di 4° categoria, che dico… ma non vi basta già dover sopportare quotidianamente le scaramucce insulse tra quei menestrelli dei nostri politici?

Vorrei che ci si occupasse seriamente dell’essere umano e di una sindrome che condiziona senza se e senza ma la vita delle persone che la portano in dote nel loro DNA.

Vorrei che solo coloro che hanno realmente voglia di contribuire al miglioramento divenissero i protagonisti di una rivoluzione, tanto folle quanto necessaria.

Vorrei che fosse offerta la possibilità di diagnosi serie a tutti e democraticamente, e vorrei che gli adulti fossero supportati in un mondo del lavoro che fa manifesto di innovativi programmi di inclusione e diversity… ma tu prova a dirlo che sei certificato Asperger..

E credo anche che non serva a nulla scrivere letterine a babbo natale se lo stesso è dotato solo di un ufficio che risponde ai messaggi e non di un ente che si occupi di preparare e spedire il regalo.

Ho visto sprecare tempo ed energie per inveire contro un ministro che appella gli Asperger come malati… ma in fondo non è così?

Se non fosse una “malattia”, allora quale necessità vi sarebbe di percorsi riabilitativi, di sostegno, di accompagnamento, di educazione alla convivenza con un ben definito “spettro comportamentale”.

Non dimentichiamo che in qualsiasi ambito disciplinare (biologia, statistica, meccanica, ecc…) ciò che si discosta dalla media rappresenta una deviazione, e come tale un “fuori processo, fuori norma”. Essere appellati come malati non deve essere preso come un un insulto, ma come il riconoscimento di uno stato di differenza rispetto allo standard… Il nostro compito sarà quindi costruire qualcosa di positivo intorno a quel “fuori standard”.

Credo che la Sindrome di Asperger vada presa molto seriamente, in quanto condizione estremamente subdola, per la particolare forma con cui si manifesta, insinua e adatta alla vita di chi ne è affetto… Una sindrome camaleontica e liquida, perfettamente in linea con le caratteristiche richieste dalla società moderna.

Impariamo a moderare i toni e badare all’essenziale, ad essere più utili e meno superflui..

Non è proprio questa la lezione che sembrerebbero poter impartire i disturbi dello spettro autistico?

F.

Redazione

La redazione di "Per Noi Autistici" è costituita da contributori volontari che a vario titolo hanno competenza e personale esperienza delle tematiche che qui desiderano approfondire.

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