Buco Nero

Non c’è oratorio per il bambino Asperger?

Ci è arrivata via mail la storia di un bambino Asperger che sarebbe stato allontanato dall’oratorio perché i sacerdoti, responsabili della struttura, avrebbero detto ai genitori che non hanno personale specializzato per gestirlo. Nulla sappiamo sulla condizione del ragazzo in questione e sul tipo di assistenza di cui ha bisogno. Per questa ragione sospendiamo ogni giudizio e non vogliamo assolutamente affrontare questa storia con intento polemico. Ci sembra però giusta aprire una riflessione, più in generale e che ci auguriamo costruttiva, sul fatto che anche certe strutture gestite da religiosi, tradizionalmente aperte all’accoglienza di ragazzi di ogni condizione, forse dovrebbero considerare come sia aumentata la complessità dei problemi che può presentare oggi l’infanzia e l’adolescenza, magari studiare con chi ha competenze specifiche come permettere anche a dei “cervelli ribelli”  quel tipo di percorso inclusivo,  senza arrivare alla soluzione facile (e poco cristiana se ci è permesso) dell’esclusione e del rifiuto.


Il ping pong in un oratorio anni 60

DON BOSCO NON FACEVA UNA SELEZIONE ALL’INGRESSO

Se avete la possibilità di pubblicare, in forma anonima la lettera che mia sorella ha scritto ieri a “Specchio dei tempi”, una rubrica de La Stampa, che non so neanche se la pubblicherà. Vorrei che si potesse  far sapere.

Mio figlio è stato diagnosticato asperger un anno fa, abbiamo cambiato scuola in quarta da una paritaria siamo passati alla pubblica dove lui ha avuto il sostegno (anche perché ha problemi di apprendimento) conclusa la quarta, come da tre anni a questa parte abbiamo iniziato estate ragazzi all’oratorio che lui frequentava sia per estate ragazzi che per catechismo. Al terzo giorno mi chiama il Don, mi dice che loro non possono tenerlo, che ha dei problemi, è certificato, noi non abbiamo persone qualificate se succede qualcosa abbiamo a livello legale dei problemi… ecc ecc. Che lui non ascolta, (ma anche l’anno scorso e anche l’anno prima, ma era uno dei tanti come mi era stato detto). Comunque un po’ perché secondo loro non è gestibile un po’ perché è certificato e non possono prenderlo mi hanno detto di non portarlo più. Nemmeno di fare mezza giornata, non fare le gite, avrei accettato qualsiasi cosa pur di farlo comunque andare… oppure un ammonimento, non si comporta bene, io sarei intervenuta, era il terzo giorno, qualche nuovo animatore, un po di euforia dopo fine scuola….

Questa è la lettera. Non è per diffamare nessuno, però è per sfogare la rabbia che ho nei confronti di un ingiustizia. A mio nipote di 10 anni, a seguito di notevoli difficoltà scolastiche,  è stato recentemente diagnosticato l’Asperger, che è una sindrome  dello spettro autistico. Da lì è iniziato un percorso che comprende  insegnante di sostegno, incontri al San Camillo di Torino con personale  specializzato che ne ha constatato l’alto funzionamento. Non è bambino  violento, nè con problemi gravi di socializzazione, ma è da sempre ben  inserito tra i compagni di classe e dell’oratorio salesiano dove anche  quest’anno è iscritto a estate ragazzi. Tutto questo, fino a ieri, quando a fine giornata il rettore  responsabile dell’oratorio ha “invitato” mia sorella a non portare più  il bambino l’indomani. “Non c’è stato alcun problema”, ma “loro non  hanno il personale specializzato per gestire i “casi particolari”.

A  parte lo shock di mia sorella di sentirsi chiudere una porta in faccia  là dove tutti gli specialisti insistono sull’inclusione in contesti  collettivi. A parte il trauma di mio nipote, che stamattina non è  andato a estate ragazzi e a cui toccherà spiegare il motivo per cui non  lo farà più.  Delle due, l’una. O Don Bosco faceva anche lui selezione all’ingresso,  oppure chi non ha strumenti educativi (e umani) per affrontare le mille  sfaccettature dell’infanzia di oggi non dovrebbe essere autorizzato a  gestire nessun genere di bambino.

Redazione

La redazione di "Per Noi Autistici" è costituita da contributori volontari che a vario titolo hanno competenza e personale esperienza delle tematiche che qui desiderano approfondire.

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