Cosa fare

Quale sarà il destino del nostro figlio autistico di 49 anni?

Una coppia di genitori anziani ci scrive per chiedere aiuto perchè sono spaventati per la sorte del loro figlio autistico adulto, di cui non possono più da tempo occuparsi di persona, considerato che lo hanno comunque fatto per 40 anni della loro vita.

E’ solo una delle tante richieste di aiuto che ci arrivano e a cui non sappiamo come rispondere. Il problema è enorme, abissale, cosmico. Questo è un angosciante frammento di cronaca profetica dell’angoscia che tutti noi genitori prima o poi proveremo se non cambia qualcosa. Ancora oggi un autistico adulto non ha sicurezza di una vita dignitosa e serena. 
L’internamento in un non ben definitivo “centro per disabili” non può essere comunque l’unica risposta al diritto di una persona con autismo di non essere trattato come un condannato al carcere senza aver commesso alcun reato.
A onor del vero i vertici dell’associazione di cui i signori parlano come posto ideale per il figlio è stata al centro qualche mese fa  di una  vicenda giudiziaria di cui qui la cronaca. Evidentemente i fatti riportati anche nella loro lettera non impedivano che il ragazzo si trovasse bene, o per lo meno i genitori di questo fossero convinti. Non entriamo però in merito a questo non avendo gli strumenti per farci un’opinione.
L’unica idea che ci è venuta è pubblicare questo appello, sperando che qualcuno lo accolga e ci suggerisca una via alternativa per questo essere umano “cervello ribelle” che a soli 50 anni di vita ha come prospettiva di vita di essere “recluso”, oggi toccherebbe a lui, domani ai nostri figli. La lettera è firmata e include recapiti telefonici, chi avesse soluzioni alternative scriva a redazione@pernoiautistici.com gireremo noi agli interessati.


Siamo i genitori, anziani e in precarie condizioni di salute, di un figlio autistico di 49 anni. Nel 2011 nostro figlio, Gianfranco, dopo aver vissuto in casa con noi per più di 40 anni, è stato collocato in una casa famiglia dell’associazione Virtus Italia. Con nostra gioia, Gianfranco, per 6 anni, è stato bene, ben seguito ed integrato.

Purtroppo, a causa di cavilli burocratici, nel giugno 2017 fu trasferito presso il centro per disabili Raggio di Sole, qui, nostro figlio, non si è trovato bene, tutt’altro. In 3 mesi ha perso 8 kg e le nostre preoccupazioni sono ricominciate, più di prima (non che fossero mai terminate del tutto). A novembre 2017, l’associazione Virtus apriva una casa famiglia a Rocca di Papa, e nostro figlio veniva trasferito lì, dove è rifiorito. Finalmente credevamo di aver trovato per nostro figlio il luogo adatto, lui stava bene, noi eravamo felici.

La nostra serenità purtroppo è stata di breve durata, l’amministratore della Virtus è stato arrestato, ora il centro verrà chiuso e Gianfranco non sappiamo che fine farà. La Asl ci sta proponendo delle RSA, ma noi non vogliamo che Gianfranco ripassi ciò che già ha passato al Raggio di Sole, per lui sarebbe come ucciderlo, lui ha bisogno di una casa famiglia, non di un centro in cui, a parte il minimo necessario per sopravvivere, non ha nulla.

Ed è per questo che siamo qui a scriverle, Gianfranco ha bisogno di piccole comunità, e le vorremmo chiedere di aiutarci a trovare una casa famiglia che possa accoglierlo, confidiamo nella sua sensibilità, siamo disperati, Gianfranco non può pagare per errori di altri.

Nella speranza di avere da lei un cortese riscontro, le porgiamo i nostri più sinceri saluti

Lettera firmata

Redazione

La redazione di "Per Noi Autistici" è costituita da contributori volontari che a vario titolo hanno competenza e personale esperienza delle tematiche che qui desiderano approfondire.

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