Le opere d’arte autistiche di Nnena Kalu
Si è da poco conclusa alla Humber Street Gallery di Hull, in Gran Bretagna, l’installazione live “Wrapping” di Nnena Kalu, artista autistica di 53 anni. La galleria, che si trova in un antico magazzino di maturazione delle banane, le ha consentito di sviluppare l’opera d’arte sotto gli occhi di tutti. Nnena non è nuova a queste performance; ha mosso i primi passi nel 2004 e in questi anni ha realizzato forme scultoree di varie dimensioni, da piccoli bozzoli a pezzi grandi e complessi, stratificando materiali diversi, tra i più disparati.
L’atteggiamento compulsivo di Nnena è stato convogliato e trasformato in gesto artistico e rappresenta il punto di partenza del suo lavoro. L’installazione prevede la presenza di strutture a telaio poste al centro della sala sulle quali lei lavora mentre ad una estremità dello spazio espositivo si trovano materiali di ogni tipo: tessuti, grossi gomitoli di lana di vari colori, pezzi di gommapiuma, cassette VHS, nastri adesivi, bacchette di plastica, rotoli di pellicola da imballaggio: un centro di raccolta del riuso dal quale Nnena attinge a intervalli regolari. L’opera d’arte è quindi un’insieme statico e dinamico
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La tendenza ad assemblare è presente anche in altri scultori con neurodiversità, partendo da una forma semplice, talvolta un oggetto, che si arricchisce progressivamente di nuovi elementi ad essa legati. Gesto artistico simile si ritrova in Franco Bellucci, esponente dell’Art Brut internazionale. Le sue sculture nascono dalla frammentazione dell’oggetto che viene nuovamente assemblato legando le diverse parti con altro materiale. Questa rottura, priva di connotati aggressivi, mira a conoscere l’elemento, non tanto nella sua funzionalità, quanto nella capacità di trasformazione e di diventare altro. Una scomposizione che non si costituisce come difetto, ma come apertura alla propria creazione. È facile il parallelismo con la malattia mentale e la neurodiversità in cui le persone, private costituzionalmente o patologicamente di alcune specificità, frantumate in aspetti chiave della loro essenza, trasmutano in altro.
Nnena Kalu è una degli esponenti di ActionSpace, un’organizzazione che opera a fianco di artisti con disabilità cognitiva. Da più di vent’anni Charlotte Hollinshead è accanto a lei come assistente, un’intesa fatta di tentativi ed errori introducendo, di volta in volta, nuovi elementi che potessero essere di aiuto alla sua espressività artistica. Nnena, non verbale, sceglie autonomamente quale materiale usare e come posizionarlo. Nel caso dei nastri VHS, che tanta parte hanno in alcune sculture, il loro dipanamento, non è mai privo di significato.
L’arte intesa come un linguaggio composito fatto di luci e di colori, di suoni e di forme, di gesti e di parole offre una gamma infinita di linguaggi alternativi a quella che a tutti gli effetti è la nostra comunicazione verbale abituale, sistematica e ben strutturata, razionalmente articolata (Paola Binetti). E può sicuramente rappresentare una delle vie di identificazione personale, al di là della malattia o neurodiversità.
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Gabriella La Rovere