Anche Tommy potrebbe finire come Daniele, condannato alla reclusione per reato di autismo
Daniele passa le sue giornate chiuso in una cameretta, senza tutor dedicato, sedato e sottoposto alle massime dosi consentite di psicofarmaci che stanno minano il suo fisico dopo aver gravemente ridotto allo stato larvale la sua psiche”. Sono parole piene di rabbia quelle di mamma Maria, che racconta a TPI la disperata situazione di suo figlio autistico. Daniele ha 27 anni ed è un animale in gabbia: vive a pochi metri dal mare, ma non l’ha mai visto. Almeno, non ancora. Negli anni, tanti sono stati gli episodi di autolesionismo.
LEGGI LA STORIA DI DANIELE RECLUSO SENZA AVER COMMESSO ALCUN REATO
Questa è una storia tragicamente banale, parliamo di Daniele perchè si è mossa un’associazione e qualche pezzetto di politica se ne è occupata. Di sicuro non rappresenta un’eccezione, il protocollo è questo: per una persona autistica non si immagina per tempo un’abilitazione che possa consentirgli una vita inclusiva e dignitosa, per tutti i nostri figli come per Daniele l’unico destino possibile sembra essere una condanna a vita, senza alcuna alternativa che non restare sepolti in un regime semi carcerario.
“Sta scontando una condanna di reclusione-dice la mamma di Daniele- la sua colpa è di essere un ragazzo autistico grave, Condannato al 41Bis, ma senza essere mafioso!”
La reclusione di Daniele, come si legge nell’articolo, costa 500 euro al giorno. E’ possibile che quella cifra non potesse essere impiegata in progetti di vita più dignitosi che essere trattato come un animale in gabbia?
Io tremo per mio figlio Tommy, oggi scavezzacollo felice e spensierato perchè la sua famiglia è impegnata al 100% sulla qualità della sua vita, ma quando noi non ci saremo più? Tommy fatalmente seguirà il destino di Daniele? Non facciamoci illusioni sugli autistici sottratti al mondo nessuno farà campagne elettorali, nessuno li chiamerà sul palco per arringare le folle. Civitavecchia non sarà impugnata come un simbolo di malgoverno come tristemente è toccato a Bibbiano. Non esistono aree d’ombra territoriali, non esiste una cattiva amministrazione con vocazione sadica, questa è la prassi.
Non ci provate nemmeno a dirmi che non si deve fare di ogni erba un fascio. Io non credo più alle parole vane, alle promesse, alle chiacchiere nei convegni, alle tavole rotonde, alle comparsate con i ragazzi sullo sfondo impalati come soldatini. Io ora credo solo all’atelier dei Cervelli Ribelli.