Ditemi oh anime belle di tutta Italia, il body shaming è tollerato se il bersaglio è Brunetta?
E’ civile irridere una persona per la sua statura notevolmente sotto alla media? Sicuramente è una forma retrograda di bullismo o di body shaming, se vogliamo usare un termine più di moda. Oggi lo fa Marco Travaglio nella sua rubrica “Mi faccia il piacere” in prima pagina de Il Fatto Quotidiano di cui è direttore. Per giustificare dell’ironia nei confronti di una frase di Giorgia Meloni sul rapporto che ha con la sua “dimensione alta” usa, Renato Brunetta come esempio limite di persona il cui rapporto con l’altezza è sicuramente forte.
Cito l’aforisma: “Sua Altezza: Ho un rapporto molto forte con la mia dimensione alta” (Giorgia Meloni leader FdI, Stasera Italia Rete4, 8.6) Mai però quanto Brunetta.
Sarebbe un lecito esercizio dell’invettiva politica, in una chiave di irrisione dell’autostima etico mistica di un avversario ideologico, se non fosse che, come è noto, Renato Brunetta è una persona concretamente molto bassa. Per non dire che il paragone è gratuito che c’entra con la Meloni? Brunetta è al Governo lei all’opposizione. Travaglio con questa ultima uscita si consacra definitivamente un campione di “abilismo”, dopo aver usato “mongoloide” e “bambino ritardato” come categorie del disprezzo nei confronti di chi non giudicava assimilabile al suo pensiero.
Non cercherò quindi di invitare Travaglio a riflettere su quanto sia meschino ironizzare su un deficit fisico altrui. Mi sorprende invece che nessuno faccia caso al fatto che, da anni, questo disagio di Renato Brunetta sia oggetto di dileggio, ammesso e tollerato anche dalla più benpensante delle anime belle che si battono per l’abbattimento delle discriminazioni di ogni genere. Ultimamente anche il comico Maurizio Crozza lo ha rappresentato in una sua imitazione con il paracadute addosso per scendere dalla sedia. A me non ha fatto ridere per niente l’ho trovato orribile, però si obietterà che per un comico sia lecito colpire senza limiti. Tanto vero che forse sono stato il solo in tutta Italia a non farmici una risata sopra, probabilmente tutti pensano che siccome Brunetta è un Ministro e potente uomo politico, per giunta di destra, sia lecito sbeffeggiarlo perché è piccolo di statura. Questo a me però fa veramente tristezza.
Non ho nessuna contiguità politica o ideologica con Brunetta, tanto meno con Giorgia Meloni se fosse necessario chiarire ulteriormente il senso di quanto scrivo, però ricordo di averlo una volta intervistato al telefono parecchi anni fa, l’argomento mi sfugge ma sarà stato per qualcosa che riguardava il suo ruolo nelle istituzioni, era sicuramente allora una persona di potere, di certo ancora più di quanto lo possa essere ora. Alla fine dell’intervista mi fece lui una domanda e avvertii sincero dolore in quanto mi diceva ricordandomi una gag di Fiorello, che la sera precedente aveva ancora una volta in tv ironizzato sulla sua statura. Brunetta mi chiese: “Secondo lei questo non è razzismo?”. La prova che a lui non facesse certo ridere che la sua statura fosse oggetto di scherno.
Risposi allora quello che sottolineo questa mattina: certamente è una forma di disprezzo basata sulla limitata abilità fisica di una persona, questo è infame anche se quella persona fosse a nostro giudizio quanto di più detestabile possa esistere al mondo per quello che dice o pensa. La mia non è una presa di posizione “buonista” ma è frutto dell’esperienza che ho nel vivere in mezzo a persone con abilità limitate. Una statura molto bassa crea concretamente molti problemi nell’affrontare barriere architettoniche in città, case, automezzi progettati e realizzati per un’umanità che mediamente ha almeno oltre venti centimetri in più di altezza.
Non voglio poi fare accenno a quelli che possono essere stati e saranno tuttora i problemi di persone molto basse di statura durante l’implacabile rapporto con il resto dell’umanità che ci offre l’adolescenza. Soprattutto se si è uomini in questo caso, perché per una donna persistono i pur miseri palliativi di considerazione sociale in quanto “venere tascabile” o “botte piccola che contiene buon vino”, che sono comunque spregevoli ipocrisie usate come pietose scappatoie consolatorie.
Per un uomo molto basso la condanna a essere deriso sin da ragazzo è totale e non trova difensori. A sinistra quanto a destra, tra buonisti e cattivisti , ogni volta che qualcuno, colpendo Brunetta, offende chi è molto al di sotto della statura minima della media, tutti fingono di non essersene accorti.
Questo dimostra che lo stigma è forte, diffuso e persistente. Chi finge di non vedere o minimizza è complice di una discriminazione, che avviene tuttora in una società in cui stiamo ogni attimo attenti a come respiriamo, per paura di offendere qualche fragilità di cui non abbiamo nemmeno idea che esista.
Ora l’ho detto e quindi dovrebbe iniziare a essere un problema anche per gli altri.