I Cyber Rebel sono il senso del nostro 2 aprile
Anche questa volta il 2 aprile ce lo siamo lasciati alle spalle. Da oggi, chiunque si senta nella norma, può tornare a far finta che non esistano cervelli fuori standard. Non voglio fare sempre la parte del guastafeste ma davvero ogni anno mi chiedo con più insistenza cosa produca una giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo, se per le persone autistiche poi nulla cambia.
E’ vero che il Presidente Mattarella ha dato un segnale potente, ha sancito di persona che per i nostri ragazzi può esistere un’alternativa all’oblio e alla segregazione nella tetraggine di un istituto. Non va dimenticato però che quello che ha costruito “l’autism manager” Nico Acampora si poggia unicamente sulla sua infaticabile caparbietà a cambiare il destino di suo figlio. I fondi necessari alla realizzazione della sua superba impresa se li è cercati lui, spicciolo dopo spicciolo e sempre coinvolgendo imprese private, girando come una trottola per lungo e per largo con il suo grembiale rosso. O sgolandosi per i social a raccontare gli avventori delle sue pizzerie.
Chissà perché non mi viene in mente qualcosa del genere nato e cresciuto su un’iniziativa pubblica, un’idea originale scaturita da un Ministero, da una Pubblica Amministrazione, da una forza politica fuori dalle campagne elettorali. Non basta alimentare chi costruisce recinti e sottopaga sorveglianti, non basta fare dichiarazioni solidali il 2 aprile, non basta accendere lucine azzurre sulle facciate dei palazzi del potere, soprattutto non basta vantarsi che si sono stanziati soldi pubblici, se il maggior beneficio di quei fondi non è destinato a un concreto cambio delle prospettive di vita di persone con autismo, condannate alla reclusione dalla nascita senza aver commesso alcun reato.
Anche io, come Nico, ho deciso di fare tutto da solo. Non c’è alternativa, il tempo passa il mio ragazzo è oramai un omone e io comincio a sentirmi un vecchio. Ho smesso di rivolgermi alle Istituzioni, l’ho fatto per troppi anni e mi sono convinto di aver buttato via tempo ed energie. Mi sono creato il mio “HubLab dei Cervelli Ribelli”, ci ho investito tutto quello che avevo. Quello che faccio per il mio Tommy provo a convertirlo in un “format”, che possa essere utile anche agli altri.
Ieri per me è stata una giornata faticosa, anche se piena di soddisfazione. Ero convinto che oltre agli autistici “a basso funzionamento” come mio figlio, esistesse una porzione di persone nello spettro, che la nostra evoluzione sta producendo come anticipatori dell’umanità futura. Quanti ragazzi e ragazze autistici hanno una mente capace di sistematizzare oltre la media dei loro coetanei? Sono quelli che nessuno vede perché passano la maggior parte del loro tempo in casa davanti a una tastiera. Vengono considerati dei poveri fissati. A scuola sono bullizzati e nessuno investirebbe su di loro per un’attività complessa.
Invece le aziende ICT sono alla disperata ricerca di programmatori, di operatori nella Cyber Security ma non ne trovano. Ci siamo così inventati la ricerca dei “Cyber Rebel”. Una multinazionale che lavora nel software: Kirey Group, ha condiviso la nostra sfida e ieri abbiamo per la prima volta individuato una quindicina di ragazzi e ragazze straordinari, che sono venuti da tutta Italia per un colloquio conoscitivo con il Team Recruiting dell’azienda.
Ho visto ragazzine discutere di sistemi di sicurezza con ingegneri, che restavano a bocca aperta. Ho visto persone di poche parole ma che sprizzavano felicità, perché finalmente avevano interlocutori alla loro altezza. Non certo come i professori del liceo scientifico a indirizzo informatico, frequentato da uno dei nostri “Cyber Rebel” di 17 anni.
Mi ha raccontato di aver hackerato il sito della scuola, poi ha creato un sito dove spiegava tutta l’operazione nei particolari, indicando i punti deboli del sistema e le soluzioni possibili. Fiero ha presentato il suo lavoro ai docenti, sperando di sentirsi dire che era stato bravo. Invece quelli lo hanno punito sospendendolo per alcuni giorni.
Ora però nel club dei “cervelli ribelli” smanettoni, che è nato ieri, troverà chi lo apprezza; deve solo arrivare alla svelta alla maggiore età, un lavoro sicuro già lo aspetta. Per tutti i suoi compagni ( e qualche suo docente) però era solo un autistico da prendere in giro.
(LA STAMPA 03 aprile 2023)