Buco NeroPrimo Piano

In un centro per disabili a Cuneo ragazzi autistici affamati e legati. Arrestata la direttrice

L’impossibile diventa possibile; un luogo sicuro ed accogliente per affrontare insieme disabilità psichiche gravi e autismo”. Questo distico nella home page della cooperativa sociale “Per Mano” di Cuneo. Nella struttura “Borgo Gesso” da loro gestita, e dove erano stati in passato già contestati maltrattamenti verso autistici e disabili psichici , si scoprono nuove vessazioni, torture e sevizie a danno delle persone più fragili e indifese. Eppure i mezzi per una buona gestione con personale qualificato non dovevano mancare, la cooperativa nel 2023 fattura € 1.014.960,00.

Continua così nell’indifferenza istituzionale il regime di tortura a cui sono sottoposti ragazzi nello spettro autistico ospitati in strutture “modello”. E’ sicuramente più proficuo per chi dovrebbe difendere i diritti dei disabili con “cervelli ribelli” organizzare tour promozionali ovunque sia possibile fare la ruota, facendosi ritrarre accanto ai modelli d’eccellenza (sempre e comunque gestiti e sostenuti da genitori), a quelli carini, intelligenti, attivi e divertenti, piuttosto che aiutare a smascherare chi ha la responsabilità di quello che troppo spesso accade dietro le mura degli istituti , dove la maggior parte delle persone con cervelli fuori standard va a finire.

La gestione di persone autistiche è un grande e proficuo affare, se dietro alla facciata di luoghi ameni c’è personale inadeguato e una generale e diffusa spietatezza per le persone di cui ci si prende carico. Fino a che gli autistici saranno visto come il core business di associazioni il cui fine è prevalentemente il lucro, il loro valore sociale e umano sarà unicamente legato alla retta che lo Stato paga per il loro mantenimento in vita.

Spesso si organizzano battaglie civili (sacrosante) contro gli allevamenti intensivi di maiali o di galline, chiunque è disposto a sottoscriverle perché è giusto e gratificante avere a cuore il benessere di questi esseri senzienti, non ho però mai visto movimenti di lotta coalizzarsi contro i maltrattamenti e le sevizie di esseri umani, tra i più fragili dei fragili, reclusi e dimenticati dal mondo civile senza aver commesso alcun reato. (GN)



Il fatto nelle cronache di oggi

C’è un altro filone della vicenda della “cooperativa sociale per Mano” di Cuneo, realtà che accoglie persone nello spettro autistico, gravi e gravissime, su cui la Procura di Cuneo sta indagando e che parrebbe essere più delicato e complicato di quello per cui a dicembre inizierà il dibattimento.

Fatti che, si apprende, sembrerebbero più gravi di quelli contestati nel primo fascicolo e per cui sono state eseguite alcune misure cautelari: due in carcere, quattro ai domiciliari e undici divieti di avvicinamento, alcuni con braccialetto elettronico e altri con obbligo di firma.

La struttura di Borgo Gesso è gestita dalla cooperativa sociale «Per Mano». Due arresti in carcere, altri quattro ai domiciliari e 11 divieti di avvicinamento con braccialetto elettronico e obbligo di firma

Due arresti per maltrattamenti. Sono in carcere Emanuela Bernardis, direttrice della struttura per disabili gestita dalla cooperativa sociale «Per Mano» di Borgo Gesso (Cuneo), e Marilena Cescon, coordinatrice della stessa realtà. 

Secondo filone di indagine

L’arresto delle due donne è stato disposto nell’ambito di una nuova inchiesta aperta dalla Procura di Cuneo, che approfondisce presunti maltrattamenti ai danni di ospiti con autismo e da gravi patologie psichiatriche e che ha già coinvolto in una indagine che aveva portato a processo 12 operatori. Le due donne sono state arrestate nell’ambito di un secondo filone d’indagine, con analoghe accuse. A carico di altri indiziati sono stati disposti quattro arresti domiciliari e undici divieti di avvicinamento, alcuni con braccialetto elettronico.

I fatti contestati nel quinquennio ’14-’19

Il processo relativo al primo filone partirà a fine anno e vede imputate la direttrice e la coordinatrice della coop, insieme con una psicologa, infermieri e oss: alcuni di loro figurano nella nuova lista degli indagati, che comprenderebbe anche altri operatori inizialmente non coinvolti.

I fatti contestati sarebbero avvenuti tra il 2014 e l’aprile 2019 nel centro diurno alle porte del capoluogo, dove sono ospitati ragazzi autistici e affetti da disabilità mentali. Nel capo d’accusa che ha portato al primo rinvio a giudizio si menziona un «clima di sopraffazione e degrado nel quale si ripetevano violenze, umiliazioni verbali e punizioni arbitrarie».

Alla coordinatrice e alla direttrice, in particolare, si imputa indifferenza e trascuratezza verso i bisogni essenziali e di cura di quindici ospiti, alcuni all’epoca ancora minorenni. Tra gli episodi citati c’è un caso in cui un ospite sarebbe stato colpito con una scarpa al volto da uno degli infermieri, mentre a un altro la psicologa avrebbe schiacciato i genitali con il ginocchio per contenerne gli impulsi sessuali.

Anche la somministrazione di farmaci, secondo il pm, non sarebbe stata regolare. Alcuni ospiti sarebbero rimasti per “lungo tempo” nella “relax room”: una stanza dove venivano accompagnati durante la fase acuta di crisi di agitazione psicomotoria della loro patologia. Ma ad essere portati lì, sostiene l’accusa, sarebbero stati anche gli ospiti “noiosi” o chi veniva lasciato nudo dopo essersi orinato e defecato addosso.


Redazione

La redazione di "Per Noi Autistici" è costituita da contributori volontari che a vario titolo hanno competenza e personale esperienza delle tematiche che qui desiderano approfondire.

Lascia un commento

Pulsante per tornare all'inizio