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Perché solo dopo due mesi si parla delle insegnanti aguzzine di Vicenza?

insegnanti barbarano

Da ieri è iniziato a girare in rete il video delle torture che le due insegnanti di Vicenza infliggevano a un ragazzo autistico, di cui si occupavano  in una scuola  media del comune di Barbarano nel Vicentino. Le immagini sono di una crudezza inaudita(guarda video Ansa), sembra senza umana spiegazione una violenza così accanita e crudele contro un ragazzo totalmente indifeso,  incapace di qualsiasi reazione. Soprattutto nel video del Corriere Veneto , è possibile rendersi conto del disprezzo cosmico che le due esprimevano verso quel ragazzo. Le due insegnanti sono state arrestate (guarda video dell’ arresto) dopo quattro giorni di osservazione da parte dei Carabinieri con telecamere nascoste.  (leggi la sintesi dell’ ANSA)

Mi stupisce che solo da ieri le televisioni nazionali abbiano iniziato a interessarsi del caso, accaduto due mesi prima, esattamente l’ 8 aprile. Sembra che sia diventato interessante  solo ora, che c’è la prova video (a me hanno chiamato già due emittenti, ma vedrete che da lunedì ne parleranno tutti). Il caso evidentemente  interessa perchè si può finalmente fare della bella tv del raccapriccio.

Ricordo la mia fatica a far passare la notizia nei circuiti nazionali all’ indomani del fatto, accaduto l’8 aprile,  dopo che a me l’ aveva comunicata Giulia Guidi, una cara collega che dirige  il giornale on line “Vicenza Today”.   Ne scrissi su LA STAMPA.IT   e ancora su LA STAMPA.IT ne parlai subito in una puntata di Melog a Radio24, dedicata a Redattore Sociale e nella quale intervenne il padre del ragazzo. A nessuno dei colleghi della tv allora importò nulla,  penso che Radio24 fu l’ unico network nazionale che se ne occupò diffusamente al tempo.

Feci anche un paio di riflessioni in questo blog dicendo che  gli autistici non si educano a colpi di forbice ,  lanciando la riflessione sulla probabilità che gli insegnanti possano maltrattare il nostro figlio speciale, uno degli incubi costanti del genitore di un disabile. I giorni successivi partecipai a  un incontro al Comune di Vicenza, dove il Sindaco fece una sorta di incontro riparatore, sinceramente molto colpito dalla vicenda. Intervennero molte persone, (guarda mio video) ma non vidi nemmeno l’ ombra di un compagno di classe del ragazzo,  una sua insegnante,  tanto meno la preside della scuola.

La cosa che più mi fece provare amarezza fu il totale oblio sul caso, quasi ci fosse un imbarazzo generale che tendesse a rimuovere l’ idea che un’ insegnante di sostegno potesse diventare l’aguzzina di un ragazzo a lei affidato. Tanto che quando a maggio la stessa vicenda si ripresentò a Roma, non mi pare che ci fu qualcuno che mise in relazione i due fatti.

Eppure lo schema sembrava combaciare, c’era un bambino autistico e un’ insegnante che (nell’ omertà della scuola) lo mortificava crudelmente e per questo anche lei arrestata. La madre del bambino la conosco, le ho parlato ieri, è una donna  molto impegnata nell’associazionismo e quindi conosce molto  bene l’ autismo, oltre all’ esperienza personale. Era ancora allibita e non riusciva a darsi spiegazioni di una  crudeltà così ottusa e ingiustificata, soprattutto dell’ indifferenza generale in cui si era prodotta.

Vorrei sollevare un dibattito, più articolato del semplice sdegno, su quanto è accaduto. So con certezza che sono molti ancora i casi in cui ragazzi disabili diventano vittime delle persone a cui la famiglia li affida, con fiducia e speranza di sollievo. Sto girando molte città d’ Italia per presentare il mio libro, sempre più spesso dietro il silenzio e la reticenza generale qualcuno  mi segnala episodi simili. Mi è accaduto una settima fa a Chiavari, dove ho parlato ad almeno duecento persone per due ore di autismo; solo alla fine ho saputo che proprio in quella città, un anno prima,  due insegnanti di sostegno erano stati rinviati a giudizio con l’accusa di maltrattamenti, abusi sessuali e corruzione di minore nei confronti di 7 allievi disabili.

Ancora più male mi fanno i racconti a mezza voce, senza riferimenti precisi, senza nomi e luoghi identificabili, ma con particolari identici a questi casi spuntati nelle cronache locali, ma mai sufficienti a suscitare una riflessione coraggiosa su quanto ci sia di ipocrita, imbarazzante e non risolto dietro al termini “inclusione” e “sostegno”, con i quali tutti oggi si riempiono la bocca. Giorni fa una madre mi ha accusato in un forum di pensare a “un ghetto per autistici” con la mia (folle lo ammetto) idea di Insettopia, sono invece sempre più convinto di andare nella direzione giusta.

Degli autistici deve occuparsi chi abbia strumenti professionali e umani che lo abilitino a farlo. Un autistico, soprattutto adolescente, non potrà mai essere affidato nelle mani di una persona, come minimo, incompetente riguardo la sua patologia, senza avere giustificati motivi di timore. Non voglio entrare nell’ aspetto della crudeltà, che potrebbe essere anche stata non visibile  nell’ immediato, ma l’ ignoranza professionale delle due signore di Vicenza è palese. Gli autistici non sono soggetti qualunque, per trattarli serve aver studiato, ma  anche aggiornarsi di continuo.

Con quale coscienza invece è stato affidato dalla scuola un ragazzo autistico quindicenne a due persone così palesemente sprovviste delle cognizioni basilari sui suoi bisogni e le sue problematiche? Chi ha stabilito che le signore avessero i titoli per occuparsi del ragazzo? Chi doveva sapere cosa accadesse in quello stanzino? Chi ha evitato di approfondire quando il padre si lamentava che il ragazzo fosse pieno di lividi e ferite? Se persino la bidella ogni tanto partecipava al “programma educativo”,  le altre insegnanti cosa facevano?…

Sono semplici domande, spero che molti se  le facciano, e non solo a Vicenza.

Ps 17/giugno/2013 Mi è stato segnalato dal diretto interessato un mio link sbagliato dove, in questo pezzo, si faceva riferimento all’ episodio avvenuto a Roma in una scuola materna, ma in realtà il link mandava a una vecchia notizia di episodio analogo, avvenuto anni prima in un’ altra scuola. Ho corretto l’ errore dovuto a una mia disattenzione nel copiare e incollare il link, anche ingannato dai titoli simili dei due episodi. Ora il riferimento è corretto mi scuso se questo ha causato disagio a qualcuno. (gn)

Gianluca Nicoletti

Giornalista, scrittore e voce della radio nazionale italiana. E' presidente della "Fondazione Cervelli Ribelll" attraverso cui realizza progetti legati alla neuro divergenza. E' padre di Tommy, giovane artista autistico su cui ha scritto 3 libri e realizzato due film.

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