Risponde il direttore dell’As Film festival: “la polemica ci prende alla sprovvista”
Abbiamo ieri pubblicato una nostra riflessione personale su un festival del cinema che si svolgerà a Roma in questi giorni. “Il 16 e il 17 dicembre 2017 si terrà a Roma, presso l’auditorium del MAXXI, Museo nazionale delle Arti del XXI, la V edizione di As Film Festival (AsFF) , il primo festival cinematografico internazionale realizzato con la partecipazione attiva di persone che si riconoscono nella condizione autistica e sindrome di Asperger. Un festival che “intende contribuire alla diffusione della cultura dell’ autismo, mostrando la neurodiversità sotto una nuova luce”.
Abbiamo unito alla recensione del bell’evento una nostra considerazione, che abbiamo specificato essere personalissima, sicuramente opinabile e riassumibile in queste due righe. “Ci fa molto piacere e ne siamo felici ma ci dispiace che il nostro “Tommy e gli altri” in questa prospettiva entusiasmante non sia stato neppur minimamente considerato.”
AS FILM FESTIVAL 2017: CINEMA PER RACCONTARE L’AUTISMO…MA NON QUELLO DI “TOMMY E GLI ALTRI”
Ci replica con gentilezza il Direttore Artistico del Festival, ricordandoci però che alla rassegna si accede partecipando a un bando.
Forse ci siamo male espressi, ma non era nostra intenzione entrare a far parte di un concorso, ricevere riconoscimenti o tanto meno imporre la presenza di un nostro film.
Il film Tommy e gli altri è stato prodotto perchè debba suscitare attenzione e discussione su un problema grave, per questo lo promuoviamo e per questo lo spingiamo….
Oltre i corti in concorso ci sembra che dal programma emerga chiaro che il Festival di Roma abbia ampio spazio di riflessione e dibattito per film che trattano anche lateralmente il tema dell’autismo…
Per favore Direttore non le abbiamo chiesto giustificazioni. Prendiamo atto che non ha giudicato pertinente al dibattito il punto di vista dell’unico film inchiesta (indipendenete!!!) sull’autismo in Italia finora mai girato.
Abbiamo volutamente e dichiaratamente fatto un intervento polemico e restiamo fermi nel nostro parere: ci piacerebbe che, quando si parla di “cultura dell’autismo”, si tenesse conto anche del risvolto più crudele di questo modo d’essere, che non è solo il “comportamento problema”.
Non vogliamo sindacare la libertà di scelta di ognuno a “casa propria”. Tranquillizziamo tutti, non ce la prendiamo con un festival in particolare, nemmeno diamo pagelle.
Restiamo però dell’idea che molti oggi parlino e scrivano di “cultura dell’autismo”, ma veramente pochi siano propensi a trattare i temi sollevati dal nostro film: dall’abbandono istituzionale, alla mancanza di riferimenti certi sui trattamenti più efficaci da parte della nostra comunità scientifica, fino all’ineluttabile scomparsa fisica dalla società civile cui sono, al momento, destinati i “nostri” ragazzi.
Lo ribadiamo senza malanimo e con leggerezza: in ogni caso non ci facciamo certo un problema se per altri esistano priorità di diverso tipo.
Gentile Gianluca, intanto mi fa piacere che lei abbia trovato spazio e tempo per interessarsi al nostro festival, che quest’anno compie 5 anni. Un evento che è solo l’ultimo tassello di un percorso ben più articolato che dura da ormai 10 anni e che coinvolge attivamente tante persone con sindrome di Asperger che, anche grazie al lavoro della nostra associazione, hanno trovato modo e luoghi per esprimersi. Diversamente da altre iniziative che si servono del cinema per parlare di autismo, il nostro è un festival “Uguale agli altri, ma diverso”.”Diverso” perchè è differente il punto di vista (come è chiaro, lo staff è costituito da ragazzi con sindrome di Asperger), “uguale agli altri” perché ha gli stessi identici meccanismi di tutti gli altri festival del cinema. Ciò significa che la selezione dei film avviene attraverso un bando di partecipazione che rimane attivo per mesi (aprile – agosto) in modo da permettere ai filmmaker di iscrivere il proprio lavoro. I lavori pervenuti vengono valutati dallo staff che decide la rosa dei finalisti. Solo quest’anno abbiamo ricevuto 3000 opere da oltre 110 paesi, a dimostrazione del fatto che il bando ha avuto adeguata diffusione nazionale e internazionale. Se avessimo ricevuto “Tommy e gli altri” sono certo che, per la qualità e il valore del film, non avremmo avuto problemi a programmarlo, a maggior ragione se è un film crudo e realistico, perché crudi e realistici sono tanti dei film programmati nel corso di questi cinque anni: ragazzi autistici bullizzati, genitori esasperati al punto da spingere il proprio figlio per le scale, e ancora mamme prese a botte da ragazzi senza controllo, giovani autistici disperati alla ricerca di un lavoro… Sono cinque anni che raccontiamo questo mondo, senza filtri, attraverso gli occhi di persone che vivono sulla propria pelle la condizione autistica o attraverso lo sguardo di familiari che hanno deciso di raccontare e raccontarsi. Ecco perché la sua polemica ci prende alla sprovvista. Ci fa una colpa del fatto che non abbiamo pensato al suo film? Mi dispiace, non avendolo ricevuto attraverso il bando, ammetto che non ci abbiamo pensato. Ma perché prendersela con noi oggi, piuttosto che contattarci in tempo utile e valutare insieme l’eventuale proiezione del film o una presentazione del progetto? In passato ho provato più volte a contattarla. Già in occasione di quel famoso 2 aprile 2015 al MAXXI. Non ci sono riuscito allora, non ci sono riuscito gli anni successivi in occasione delle varie edizioni del festival. Ciò detto, spero vivamente che lei possa seguire il nostro festival e mi auguro che in futuro, al di là delle polemiche, si possa percorre una giusta strada insieme. Non ho postato questa mia nello spazio dei commenti, proprio perché volevo che fosse prima lei a leggerla e mi auguro che per il diritto di replica, lei voglia e possa pubblicare questa mia a margine del suo articolo. cordialmente Giuseppe Cacace, direttore artistico di AS Film Festival |