Signor Giuseppe Alfredo Bovi perchè lei si augura che io muoia e preghi che mio figlio mi raggiunga?
Mi è stato segnalato un post pubblicato sulla sua pagina Facebook da un certo signor Giuseppe Alfredo Bovi che gestisce il gruppo ANGSA Lombardia onlus . Sono sicuro che quanto scrive sia solo frutto di un suo privato punto di vista e quindi mi guardo bene dal coinvolgere organizzazioni di genitori di cui ho la massima stima. Non posso fare a meno però di esprimere la mia perplessità di fronte a una persona, che immagino sia anche lui genitore di figlio autistico, di sicuro non entusiasta di quello che io scrivo e dico sull’autismo e dintorni, che arriva ad augurarsi che io possa morire e quindi dal cielo pregare che possa raggiungermi mio figlio. Questo lo giudico, personalmente, oltre ogni possibile diritto ad esprimere opinioni critiche. Nel suo pezzo il signor Bovi chiaramente fa inequivocabile riferimento alla mia persona e alla mia attività, linkando un mio articolo, pur non avendo in fondo il coraggio di citarmi direttamente.
Mi dispiace dare a lui visibilità qui citandolo, ma ritengo necessario aprire una seria riflessione su quanto possa essere dannoso per la buona causa del futuro dei nostri figli sprecare le proprie energie per azioni di “fuoco amico” di questo tipo. Mi rivolgo direttamente a lei signor Bovi, che non conosco e a cui non ho mai dedicato alcun pensiero negativo: perchè mi attribuisce pensieri che non sono i miei come “autistico è bello”, proprio una “fortuna”, oppure una “vera benedizione del Signore, che ci vuole particolarmente bene”.Soprattutto come fa lei, che vedo pubblicare ogni giorno pensieri che coinvolgono Papi, Santi e sentimenti religiosi, augurarsi in maniera così violenta: “Per fortuna che tutti quelli che affermano ciò, prima o poi muoiono ed allora dall’Alto dei Cieli guarderanno giù e pregheranno il Padre Eterno di portarsi in CIelo anche i propri figli.”.
Non ho commenti da fare ma solo avere veramente tanto dispiacere per le difficoltà della vita che l’hanno portata ad essere così accecato dal livore. (gianluca nicoletti)
Dalla pagina Facebook di Giuseppe Alfredo Bovi
A proposito di confusione, mi sembra che se ne stia facendo una molto grossa, che non riguarda l’autismo o, quanto meno l’autismo soltanto, ma anche altri temi che riguardano la socialità in cui siamo immersi. La comunicazione, di cui crediamo essere padroni e sovrani, spesso si interrompe proprio per un errore di … comunicazione. E’ la comunicazione che mangia sé stessa, forse in virtù del principio che si vuole scrivere tanto, troppo, mentre si vuole far tacere l’altro spesso, troppo.
Nell’esprimere i concetti non sempre è necessario partire da sé stessi, dalla propria nascita, dal servizio militare al fronte, dallo zio d’America che è rimasto sepolto là e via dicendo. Tutti sono in grado di esprimersi mettendo sempre sul tavolo le fotografie dei propri familiari, belle per noi, ma che potrebbero non interessare più di tanto agli altri. E’ come se un bravo professore necessitasse sempre della lavagna o del proiettore di diapo: quanti ci sanno illustrare la storia senza averla vissuta.
E’ proprio necessario, tirare in ballo il proprio figlio per far comprendere al prossimo i concetti? Credo che in 3/4 d’Italia valga sempre il vecchio proverbio (declinato nei vari proverbi) che “Ogni scarafone è bello per mamma sua”. Parliamo pure di “insetti”, ma ognuno si tenga il suo, ne faccia tesoro per la propria esperienza di scrittore, più o meno pseudo, ma ci eviti – e lo dico a nome di tutti i padri – di essere messi nella penosa condizione di ascoltare che “autistico è bello”, proprio una “fortuna”, oppure una “vera benedizioe del Signore, che ci vuole particolarmente bene”. Per fortuna che tutti quelli che affermano ciò, prima o poi muoiono ed allora dall’Alto dei Cieli guarderanno giù e pregheranno il Padre Eterno di portarsi in CIelo anche i propri figli. Ma, avverto, in Paradiso non sono ammessi né libri, né giornali e tantomeno Facebook.
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