LA POTENZA DELLE FRECCETTE
Da parecchio tempo Tommaso gioca a freccette con piacere e anche con successo, c’è chi lo chiama in altro modo! Con la precisione tipica che le persone autistiche mettono in alcune attività, prende la freccetta tra le dita, la fa oscillare dando l’impressione di prendere la mira e la tira, di solito il risultato è più che soddisfacente, tenendo presente le regole elementari di arrivare più vicino possibile al centro del bersaglio. Bersaglio che è stato un graditissimo regalo di Fabio, il suo assistente, ma è molto più corretto chiamarlo amico visto il rapporto pluriennale con lui e la sua splendida famiglia che ormai va oltre le sole competenze di assistenza domiciliare.
Dopo essermi cimentata anch’io con Tommaso in molte partite dalle quali sono uscita bastonata dall’abilità di mio figlio, mi sono domandata se fosse possibile organizzare un vero incontro, un contatto con una squadra vera per capire se un’attività come questa, come molti altri sport, potessero entrare a far parte delle possibilità di un ragazzo autistico. Ero doppiamente interessata perché oltre all’aspetto puramente sportivo nelle freccette c’è la componente sociale in quanto allenamenti e tornei di solito si tengono in una serie di pub e questo comporta che i partecipanti passino una serata dove l’attività si coniuga con il cibo e il divertimento.
Insomma, diciamocelo, i nostri figli hanno una vita sociale da schifo, se si possono creare nuove possibilità io sono convinta che sia una cosa molto positiva. Così, dopo una ricerca su internet, ho contattato la FIGF (Federazione Gioco Freccette) Lazio per sapere se era possibile organizzare qualcosa. Mi ha risposto subito una persona gentilissima e molto disponibile e dopo qualche giorno hanno organizzato un allenamento in un pub in zona San Giovanni qui a Roma.
Tommaso è andato con il fido Fabio, sono arrivati prima per cenare e poi hanno iniziato. Le regole del gioco delle freccette sono un po’ più complesse di quanto un profano possa immaginare e per immaginare una squadra di ragazzi autistici forse si dovrebbe lavorare un po’ per modificarle, ma Tommaso è stato accolto meravigliosamente da persone che non lo conoscevano e che hanno modificato l’andamento della serata per agevolarlo e dargli spazio, dicendosi pronti a ripetere l’esperienza. Una bella prova di sportività, integrazione e amicizia che di questi tempi è merce rarissima e preziosa. Colgo l’occasione per ringraziare tutta la squadra D.C. La Brigata ed Enrico, il mio contatto FIGF Lazio per l’affetto e la collaborazione e per aver fatto trascorrere a Tommaso una serata bellissima.
Per quanto riguarda l’aspetto sportivo si comincerà a lavorare su un progetto con l’allenatore di atletica di Tommaso, Giovanni Marcoccia, che nell’ambito dell’attività del tiro con l’arco che viene praticato in uno spazio reso disponibile in un circolo sportivo a Tor di Quinto, intende ritagliare uno spazio anche per le freccette, magari mettendo a punto una serie di regole semplificate. Vi terrò informati sugli sviluppi se ci fossero altri ragazzi interessati. Resto sempre convinta del fatto che lo sport sia una via importante e privilegiata per attuare quell’integrazione di cui tanto si parla e tanto poco si vedono i risultati.
Irene Gironi Carnevale