10 Cervelli Ribelli per lo sport: Jacopo D’Antonio allievo di scherma
Vi presentiamo uno a uno i protagonisti del progetto 1o cervelli ribelli per lo sport sostenuto da OSO, ogni sport oltre, promosso da Fondazione Vodafone Italia . Sono 10 istruttori di 10 sport diversi e 10 atleti autistici testimonial ognuno di uno sport diverso.
Ecco il ritratto di Jacopo D’Antonio testimonial della scherma, la sua maestra è stata Glenda Andreani.
Jacopo D’Antonio, major18, è il nostro schermidore cervello ribelle. Un ragazzo di grande talento e non solo nella scherma. A differenza di tanti cervelli ribelli ai quali sembra scivolargli tutto addosso, Jacopo affronta di petto la pedana, ci mette tutta la grinta possibile per vincere. E quando le vittorie non arrivano sono delusioni cocenti. Ecco un ritratto di Jacopo scritto dai suoi genitori Flavia e Franco.
Jacopo ha 18 anni e frequenta il quinto anno del liceo linguistico Arangio Ruiz di Roma dove ha avuto la fortuna di trovare un corpo insegnante partecipativo, che ha contribuito a creare intorno a lui un buon ambiente scolastico che lo sta aiutando giorno dopo giorno a superare le sue difficoltà, ambiente che ha favorito sia una buona crescita che un adeguato sviluppo della sua autonomia.
Le relazioni interpersonali, purtroppo, fra compagni di classe, soprattutto del suo stesso sesso, sono ancora altalenanti, ma migliorate nel corso degli anni ed ora gestite in modo migliore da tutti; il processo di integrazione è avanzato, ma se parliamo di inclusione, beh c’è da lavorare. Lui non se ne preoccupa o almeno sembra non preoccuparsene, intento com’è a perseguire il suo obiettivo che è quello di superare l’esame di maturità con il massimo dei voti; insomma vincere…anche in questo ambito…
Ecco, vincere è il processo mentale che “guida” Jacopo in tutto quello che fa dalla scuola, ai giochi elettronici (suo principale interesse), dallo sport; dalle prime nuotate quando era bambino fino ad oggi quando scende in pedana a tirar di spada passando per il basket.
Jacopo ha fatto sempre fatica a uscire di casa in quanto non aveva amici e i suoi interessi erano e sono limitati. La sua passione è la matematica dove eccelle, e le lingue straniere …beh… sentirlo parlare in tedesco è uno spettacolo!!! Forse questo sarà il suo futuro percorso di studi, ma ad oggi non ha ancora deciso. Come tutte le cose che non può “toccare” fa un po’ fatica, ma c’è ancora tempo…
Ha conosciuto la scherma grazie al dr. Luigi Mazzone che lo ha chiamato quando ha inaugurato l’Accademia Scherma Lia, all’inizio non era molto convinto, ma neanche contrario comunque sta di fatto che invece è scattata subito la scintilla! Dal primo momento quando gli hanno insegnato i primi passi, le prime mosse ad oggi, quando indossa la tuta, impugna la spada, abbassa la maschera sul viso “In guardia…a voi” è felice.
Ora non si perde un incontro degli schermitori italiani trasmesso in tv!
E’ stato bellissimo vederlo urlare di gioia alla sua prima vittoria di squadra a Foligno, alla sua prima stoccata vincente.
Per lui tutto questo è un’emozione fortissima che lo coinvolge totalmente; una tempesta che non riesce a gestire che lo porta a piangere disperato quando perde un assalto o la sua squadra perde una competizione.
Ecco questo è il “tallone di Achille” di Jacopo ed è proprio per questo che tenacemente insieme si continua a fare sport, con noi genitori, con suoi amici dell’Accademia, con i suoi maestri, con tutte le persone (non ultime i medici) che in questi anni lo hanno supportato al meglio certi che prima o poi Jacopo arriverà al traguardo, a capire che bisogna fare di tutto per vincere, questo sì, ma che l’importante è esserci.
Un giorno capirà che tutte le volte che scende in pedana e abbassa la maschera lui è stato più coraggioso di tanti altri che si celano dietro la maschera.
Quel giorno Jacopo avrà vinto la sua Olimpiade!
Flavia e Franco D’Antonio