E anche questa estate ce la siamo tolta…
Una delle tradizioni che sono riuscito a tenere in piedi per qualche anno era quella di passare il Ferragosto da Gabriella La Rovere. A casa sua tornavo a lambire la mia Umbria maledetta e rinnegata, respiravo l’odore della terra fresca, della paglia marcita, dei gambi spinosi dei pomodori. Soprattutto partecipavo alla cottura sulla brace. Un’altra cosa dei tristi barbecue e delle grigliate fighette. Maiale di quello ignorante, legna di potatura che ti carbonizza i pensieri e ti affumica l’anima, così si conserva meglio. Gabriella mi ha invitato anche questo anno, ma sto passando un periodo “complicato” e non ce l’ho fatta a uscire dalla mia routine di recluso. Ora l’estate è finita e non ci pensiamo più. (GN)
Era appena passato Ferragosto che sui social compariva la frase “E anche questa estate ce la siamo tolta dalle palle!” seguita, a distanza di poche ore, dal count-down che ci porterà al Natale. E giù commenti di chi ne è già infastidito al solo pensiero. La maggior parte della gente segue questo ragionamento semplicistico perché non in grado di apprezzare la grande fortuna di poter godere di un qualsiasi tipo di evento o ricorrenza con animo spensierato.
“L’estate non è una stagione per autistici ed è il peggior incubo per un genitore” è una frase che scrissi anni fa e che – ahimè – mantiene intatta la sua attualità. Ogni anno ci troviamo a leggere di avvenimenti dolorosi; ricordo perfettamente la tragedia di Brancaleone e la scia di emotività che coinvolse tutta l’Italia. Per un po’ la gente si trovò a ragionare sull’autismo, si mise empaticamente nei panni di un genitore che non va mai in vacanza. Tutto dimenticato nell’arco di pochi giorni e la disabilità tornò ad essere un qualcosa che imbarazza, infastidisce, addirittura offende il comune senso del pudore.
Perciò non dovrebbe stupire la frase di un turista verso la mamma di un bambino autistico “Gli handicappati dovete tenerli a casa!” E trovo oltremodo grottesco la reazione di una associazione di consumatori che ne vuole il nome. Se avesse voluto, la madre del bambino l’avrebbe già denunciato ma immagino che una battaglia legale ne impegnerebbe le ultime forze fisiche ed economiche, cosa della quale la signora farebbe volentieri a meno. E poi ci vorrebbero pagine e pagine di nomi perché ogni genitore ha una propria lista di persone che hanno disatteso le comuni regole di buona educazione e di civile tolleranza.
Credo sia importante sottolineare un particolare, e cioè che la madre ha scelto di andare in una spiaggia libera proprio per non disturbare chi frequenta i lidi, proprio per evitare che quel figlio così particolare potesse essere additato.
È stata una stagione particolarmente calda e so quanto questo possa essere un elemento che stravolge la routine che, nel tempo, è rassicurante anche per noi genitori. I nostri figli diventano più irritabili perché le attività che scandiscono il tempo e le giornate sono momentaneamente sospese. Per noi non c’è riposo, né vacanza e ogni anno che passa è sempre più difficile superare il mese di agosto.
Gabriella La Rovere