Alla dottoressa spaventa un autistico con la spada? Ma come se l’immagina…
Purtroppo l’ignoranza e il pregiudizio sulle persone neurodiverse è tuttora presente anche in chi, per ruolo professionale e istituzionale, dovrebbe essere per lo meno aggiornato su quello che oggi si sta investendo per includere persone autistiche a ogni livello di attività sociale. La storia è questa: la madre di un ragazzo Asperger va a centro di medicina per lo sport per il rinnovo del certificato di suo figlio autistico spadaccino….
Buongiorno questa mattina (sabato 16 novembre 2019) ho accompagnato mio figlio in un centro di medicina dello sport di Milano, per il rinnovo dell’idonietà alla pratica agonistica della scherma. Sono stata apostrofata male da una dottoressa: “che problema ha suo figlio?” Ho risposto con la sua diagnosi. Ebbene in assenza di qualsivoglia controindicazione fisica la dottoressa ha detto: “Per la scherma la certificazione non la rilascio, per qualsiasi altro sport ok ma non per la scherma.”-chiedo perchè di grazia?- “Perché c’è di mezzo un’arma!” -mi risponde.
Ora sono rimasta incredula, ho scritto immediatamente alla struttura per avere un colloquio con il Direttore Sanitario. Attendo notizie. Non riesco a capire…Mio figlio frequenta un circolo sportivo con passione e dedizione, e secondo il giudizio del suo maestro e dello staff del circolo ha le capacità mentali e caratteriali per la pratica dello sport.
(lettera firmata)
Abbiamo capito che la dottoressa ha un’idea tutta sua di un autistico con la spada in mano. E’ probabile che se lo immagini come quello rappresentato in questa immagine (la cui visione è sconsigliata alle persone particolarmente sensibili).
Le cose naturalmente non stanno così. Non sappiamo che idea si sia fatta degli Asperger la dottoressa e soprattutto cosa sappia della scherma come pratica sportiva. E’ veramente singolare che un medico specializzato in medicina dello sport ignori che le persone autistiche da anni serenamente praticano la scherma nel nostro paese. In particolare se la dottoressa volesse approfondire le proponiamo la parte del kit del nostro progetto “10 Cervelli Ribelli per lo sport” sostenuto da OSO Fondazione Vodafone, in cui trattiamo la scherma come attività estremamente adatta per persone con autismo come spiega la maestra di scherma Glenda Andreani e come testimonia lo spadaccino autistico Jacopo D’Antonio.
ECCO DOTTORESSA DI MILANO SI GUARDI IL VIDEO!!!
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Ecco ha visto che paura!!! Un autistico con la spada in mano…Non le basta? Da qui può anche scaricare un kit formativo, fatto apposta per seguire persone autistiche nella pratica di 10 sport diversi, tra i quali appunto la scherma.
Se ancora non bastasse a tranquillizzarla, le ricordo che un suo collega (in quanto medico…) Luigi Mazzone neuropsichiatra tra i più competenti in Italia a parlare di autismo, ha fondato un’accademia di scherma specifica per persone autistiche, “Accademia Lia”, i suoi ragazzi stanno ottenendo grandi risultati anche agonistici, ma comunque svolgono da anni con grande soddisfazione la pratica della scherma. Gli spadaccini dell’Accademia Lia sono stati ospiti della Nazionale di spada Italiana (di cui Mazzone è mental coach) alle Olimpiadi di Rio e si preparano per andare a quelle di Tokio. Abbiamo chiesto a Luigi Mazzone cosa ne pensasse della sua “uscita” e questa è la risposta…
LUGI MAZZONE: UN’ENNESIMA TESTIMONIANZA DELL’IGNORANZA RIGUARDO ALL’AUTISMO
Avrei volentieri fatto a meno di commentare questa ennesima testimonianza di ignoranza riguardo l’autismo. Grazie alla federazione italiana Scherma molto sensibile riguardo questo tema abbiamo anche istituito un gruppo di lavoro federale per facilitare l’inclusione di ragazzi autistici nelle palestre di scherma italiane e ormai in molte società schermistiche e’ prassi consolidata rimodulare corsi e formare istruttori per fare in modo di offrire una reale inclusione. La scherma in realtà è un ottimo sport per i ragazzi autistici che riesce ad implementare proprio alcune caratteristiche che riguardano la metacognizione.
In particolare insegna a leggere i movimenti e le intenzioni dell’avversario riconoscendo le azioni potenzialmente minacciose, rafforza la percezione dell’altro e serve per costruire una strategia. Infine quando si colpisce l’avversario il fatto che si accende una luce con un feedback visivo e sonoro è un ottimo rinforzo positivo tangibile e oggettivabile. L’arma pericolosa? Ovviamente va fatta una preventiva valutazione del ragazzo, alcuni ragazzi autistici con alcune comorbidita quali ad esempio iperattività e impulsività vanno indirizzati gradualmente alla pratica della scherma. Tuttavia nella mia esperienza al contrario ho riscontrato che il possedere la “propria spada” da custodire con cura per i propri allentamenti sia altamente motivante per il ragazzo e posso incidere positivamente sulla sua l’autostima.
MAZZONE AFFRONTA UN PERICOLOSISSIMO AUTISTICO CON LA SPADA IN MANO
Aggiornamento ore 20.00
Autismo: “la scherma non puo’ farla”, storia di medici e pregiudizi =
(AGI) – Roma, 18 nov. – “Per la scherma la certificazione non la rilascio, per qualsiasi altro sport ok ma non per la scherma”. E’ la frase che si e’ sentita dire la mamma di un ragazzo con la sindrome di Asperger da una dottoressa a cui e’ stato chiesto il rilascio di un certificato per l’idoneita’ alla scherma. La mamma ha scritto una lettera al portale Per noi autistici, che l’ha pubblicata in homepage sottolineando che “purtroppo l’ignoranza e il pregiudizio sulle persone neurodiverse e’ tuttora presente anche in chi, per ruolo professionale e istituzionale, dovrebbe essere per lo meno aggiornato su quello che oggi si sta investendo per includere persone autistiche a ogni livello di attivita’ sociale”. “Buongiorno – iniizia la lettera – questa mattina (sabato 16 novembre 2019) ho accompagnato mio figlio in un centro di medicina dello sport di Milano, per il rinnovo dell’idonieta’ alla pratica agonistica della scherma. Sono stata apostrofata male da una dottoressa: “che problema ha suo figlio?” Ho risposto con la sua diagnosi”. A quel punto il certificato viene negato, in assenza di qualsivoglia controindicazione fisica: “Perche’ di grazia?”, chiede la madre. “Perche’ c’e’ di mezzo un’arma!”. “Ora sono rimasta incredula – prosegue la lettera – ho scritto immediatamente alla struttura per avere un colloquio con il Direttore Sanitario. Attendo notizie. Non riesco a capireMio figlio frequenta un circolo sportivo con passione e dedizione, e secondo il giudizio del suo maestro e dello staff del circolo ha le capacita’ mentali e caratteriali per la pratica dello sport”. “Non sappiamo che idea si sia fatta degli Asperger la dottoressa – commenta il sito – e soprattutto cosa sappia della scherma come pratica sportiva. E’ veramente singolare che un medico specializzato in medicina dello sport ignori che le persone autistiche da anni serenamente praticano la scherma nel nostro paese. In particolare se la dottoressa volesse approfondire le proponiamo la parte del kit del nostro progetto “10 Cervelli Ribelli per lo sport” sostenuto da OSO Fondazione Vodafone, in cui trattiamo la scherma come attivita’ estremamente adatta per persone con autismo come spiega la maestra di scherma Glenda Andreani e come testimonia lo spadaccino autistico Jacopo D’Antonio”. (AGI)Pgi 181835 NOV 19
Autismo: Federscherma, da anni impegnati per piena integrazione pazienti
(AGI) – Roma, 18 nov. – La Federazione Italiana Scherma, commentando l’episodio del divieto di praticare la scherma prescritto da una dottoressa di un centro di medicina dello sport di Milano, ad un ragazzo affetto da sindrome di Asperger, stigmatizza la decisione del medico che non trova riscontro nella realtà del movimento sportivo italiano ed in quello schermistico in particolare. “Già da qualche anno l’impegno della Federazione Italiana Scherma – spiega il Presidente federale, Giorgio Scarso – è rivolto verso la piena e concreta integrazione. Oltre ad aver inglobato il settore della scherma paralimpica nei quadri federali, da anni si è sviluppata un’attenzione nei confronti dei soggetti affetti da disturbi psichici e nello specifico di ragazzi affetti da autismo. Grazie al lavoro di un apposito gruppo di lavoro, coordinato dall’esperto neuropsichiatra e già azzurro di spada, Luigi Mazzone, è stato redatto un regolamento che consente la pratica sportiva ai soggetti affetti da disturbo dello spettro autistico. In tal senso, è anche sorta una realtà associativa, l’Accademia Scherma Lia di Roma che vede diversi ragazzi autistici salire in pedana, seguire lezioni ed affrontare anche competizioni agonistiche. Si tratta di una realtà che è stata più volte riconosciuta come esempio positivo di integrazione sociale attraverso lo sport. Probabilmente, se siamo dinanzi ad un caso come quello riportato da Agi, dobbiamo prendere atto che il percorso di maturazione di una coscienza medica e sociale relativamente alla pratica sportiva per chi è affetto da autismo, è ancora lungo”. (AGI)
LEGGI DA “IL CORRIERE DELLO SPORT”