Luigi VI era autistico?
Il Duca di Berry, futuro Re Luigi XVI, nacque a Versailles il 23 agosto 1754, terzo figlio di Luigi Ferdinando di Borbone-Francia e di Maria Giuseppina di Sassonia. Prima di lui erano nati Maria Zefirina, che morì a tre anni e Luigi di Borbone-Francia, duca di Borgogna, che aveva tutte le qualità per essere un grande sovrano: regale negli atteggiamenti, dotato di acutezza mentale e di una volontà difficile da dominare. All’età di dieci anni cominciò a zoppicare; in seguito, confessò di essere stato spinto da un suo compagno, non rivelandone mai il nome. Il trauma si complicò, subentrò un’infezione che richiese un intervento chirurgico di rimozione dell’ascesso, dal quale non si riprese più, e morì l’anno successivo.
Il piccolo Duca di Berry, destinato, suo malgrado, ad ereditare il trono al posto del fratello, era una persona totalmente differente. Con le attuali conoscenze e basandoci unicamente sul racconto dei suoi comportamenti, si può ipotizzare che fosse nello spettro autistico.
Era un bambino solitario, non giocava con i suoi fratelli, preferendo ritirarsi all’ultimo piano della Reggia, dove era installata una vera e propria fucina nella quale fabbricava chiavi e serrature. Si dice che avesse problemi di coordinazione motoria che lo portava a camminare in modo goffo. Emetteva suoni striduli erompendo in urla e pianto quando qualcosa interrompeva una routine meticolosamente determinata. Il Re andava a letto ogni sera alle 11 precise; era molto metodico e nulla poteva interferire con le sue regole – scrisse una dama di compagnia di Maria Antonietta nelle sue memorie.
Era affascinato dagli orologi, dalla meccanica e dai numeri. Ogni cosa veniva compulsivamente numerata: i 128 cavalli che aveva montato, gli 852 viaggi che aveva fatto tra il 1756 e il 1769. In realtà, più che veri e propri viaggi, erano escursioni nell’Ile de France dove si trovava la maggior parte dei castelli e residenze di caccia. Luigi XVI descrisse in maniera minuziosa ogni viaggio fatto, da Versailles a Marly (sei volte) e da Versailles a Fontainebleau (sei volte). Anche la caccia, passatempo al quale partecipava con grande entusiasmo, era un elenco pedissequo di quanto preso.
Fu nel mondo nautico che emersero tutti i suoi talenti. Come suo padre e suo nonno, da bambino Luigi XVI aveva giocato con galeoni e brigantini nella piscina conosciuta come “la piccola Venezia”, che si trovava nel giardino di Versailles. Divenne un esperto di cose navali: i disegni delle navi, il movimento delle maree, i calcoli per zavorra e carico, le bandiere nautiche. Contribuì a progettare nuove uniformi che avrebbero abolito la vecchia distinzione tra gentiluomini e ufficiali comuni.
Proprio per mantenere un ordine rassicurante, la Reggia di Versailles venne strutturata minuziosamente. Al primo piano c’era la stanza del disegno con appese le incisioni dei canali francesi. Al secondo piano la stanza della geografia con mappe, mappamondi e strumenti. Al terzo piano conservava la collezione del nonno di pregiati utensili che venivano usati per la lavorazione del legno; in aggiunta c’era la sua vasta collezione di strumenti scientifici, barometri, cronometri, telescopi, finanche un tornio con il quale forgiò delle tabacchiere dorate che Fabergé si sforzerà invano di imitare. Al quarto piano, nella sua vecchia stanza dei giochi, installò la libreria che doveva contenere ogni cosa pubblicata in Francia durante il suo regno, più 586 libri in inglese di sua proprietà. Al quinto piano c’era la famosa fucina.
Era di poche parole e spesso le sue affermazioni spiazzavano chi aveva di fronte, perché contravvenivano al galateo della conversazione. In realtà egli non faceva altro che descrivere, con estrema chiarezza, quello che vedeva, senza avere alcuna emozione al riguardo. Ad un ministro caduto in disgrazia e che non vedeva da tempo, disse “Siete ingrassato, Monsieur de Choiseul, state perdendo i capelli, state diventando calvo”.
Sposò Maria Antonietta, figlia di Maria Teresa, imperatrice d’Austria, e dell’imperatore del Sacro Romano Impero Francesco I, quando lui aveva solo 15 anni e lei 14. Per Luigi XVI, Maria Antonietta era una compagna che lo aiutava nelle relazioni sociali, laddove aveva maggiori difficoltà. Il matrimonio venne consumato dopo cinque anni, quando il fratello maggiore di Maria Antonietta gli spiegò in modo gentile e concreto i meccanismi della copula.
Il 21 gennaio 1793, a soli 39 anni, venne ghigliottinato a Parigi. Il corpo fu trasportato alle Tuileries; e su insistente richiesta dei Giacobini e dei Federati, il boia tagliò i capelli insanguinati, che furono venduti in piccole ciocche. Le guardie, i federati e gli altri intinsero i loro fazzoletti nel sangue […] Il corpo fu sepolto sei ore dopo, nel cimitero De la Madeleine, adiacente al luogo dell’esecuzione, in una fossa profonda 12 piedi, e piena di calce viva e terriccio.
Gabriella La Rovere