Illustre matematico cacciato dalla Nuova Zelanda per il figlio autistico
La Nuova Zelanda non è un paese per autistici. Se ne è accorto sulla sua pelle l’insigne professore di matematica belga Dimitri Leemans che era emigrato in Nuova Zelanda nel 2011 con la moglie e i due figli dopo aver accettato un incarico presso l’’università di Auckland.
La sua storia raccontata dal quotidiano britannico “The Guardian” ci mette, è il caso di dirlo, “in guardia” su certe false credenze e luoghi comuni come quella di considerare tutti i paesi di <matrice> anglosassone più illuminati, sensibili alle problematiche dell’autismo e dunque predisposti ad accogliere e dare assistenza alle persone dello spettro. Anche quando provengono da altri paesi.
Invece l’illustre accademico Leemans ha deciso di lasciare Auckland perché al suo primogenito autistico è stata rifiutata la residenza proprio per motivi di salute. Il professore ha accusato l’Ufficio Immigrazione della Nuova Zelanda di aver calpestato la convenzione sui diritti umani Onu rifiutando al figlio Peter la residenza per non sobbarcarsi gli oneri sanitari attuali e futuri della sua condizione autistica.
Leemans, fortemente deluso e ferito da questa decisione, non farà appello e tornerà in Belgio con la famiglia il prossimo luglio. “L’Ufficio Immigrazione neozelandese ha impiegato 18 mesi per rigettare la nostra richiesta e ora non vogliamo aspettare un altro anno per conoscere le decisioni sul nostro appello” ha spiegato Leemans intervistato da The Guardian. “Non voglio far crescere i miei figli in un paese che non rispetta i diritti umani della convenzione ONU” ha aggiunto il professore.
Dal canto suo l’ufficio immigrazione neozelandese ha affermato che Peter è stato giudicato come una persona che necessita di “cure continuative in strutture residenziali”. L’agenzia ha pure sottolineato che “tutti i migranti hanno il diritto di avere un accettabile livello di assistenza sanitaria ma non da imporre costi eccessivi e/o richieste alla Sanità neozelandese di servizi di educazione speciale”.
E pensare che Leemans aveva accettato di trasferirsi per sempre in Nuova Zelanda convinto che fosse un ottimo paese per far crescere un figlio con autismo.Nel 2014 al belga è stato assegnato l’ambito premio per la ricerca dalla New Zealand Mathematical Society. Altri cospicui e munifici premi hanno costellato la sua breve parentesi professionale neozelandese.
L’ambiente accademico è attonito per la sua irrevocabile decisione di andarsene. Si tratta della fuga di un cervello ma al contrario: potenza dell’autismo che è più forte di qualsiasi ambizione professionale e ha cancellato con una spugna grandi progetti, fondamentali ricerche per l’umanità, e sogni futuri di una giovane ma eccelsa mente matematica.
La partenza di Leemans viene considerata una grande perdita per la Nuova Zelanda: “Noi abbiamo avuto enormi benefici dalla sua ricerca e dal suo eccellente didattica”. I media neozelandesi hanno criticato con veemenza la decisione del governo neozelandese: “Non possiamo sopportare di cancellare i bambini con bisogni speciali. Sono il nostro futuro. Diamo loro gioia”.