Ascolta l'Aspie-rap di Filippo
L’Asperger in rap, secondo un Aspie. Il ritmo e la musicalità sono quelli martellanti del rap, il linguaggio è schietto, diretto, a tratti provocatorio. Con poche note e senza tanti giri di parole, Filippo ci canta il suo mondo. La testa incappucciata, lo sguardo nascosto dietro due lenti scure, seduto in un angolo della sua stanza. “Lo ha scritto da solo e ci ha messo un minuto”, assicura la mamma, che lo ha lanciato su Facebook dopo che Filippo “lo ha scritto in occasione del 2 aprile 2014”, ci racconta. Filippo Manfredi compirà 21 anni a maggio e ha cantato i suo rap anche dal vivo, in occasione di alcuni eventi di associazioni sull’autismo.
“Quando hai sentito Asperger, chissà che hai capito. Hai detto che sembro solo un tipo un po’ stranito. Eh no, eh no”, rappa Filippo. “Eh no, caro il mio simpaticone, tu non sai che sotto c’è tutta un’altra questione. Se non ti guardo negli occhi mentre parlo con te è solo perché per me è difficile. Così come è difficile far nuove amicizie, mentre voi le date via manco fossero liquirizie.
E vi dico subito che non mi va di vivere solo nella vostra realtà. Ascolta molto bene, questo è l’Aspie-rap e di certo non è come ogni altro rap, perché alla gente comune non importa di noi. Beh, come pretendete che a noi importi di voi?”.
E dopo aver messo in chiaro le cose, Filippo torna a parlare del suo sguardo e del suo rapporto con la realtà. “Alzo gli occhi al cielo, credete che sia strano quando fisso gli occhi in un punto lontano? In realtà divento ospite di un mondo perfetto, senza politici grandi, sì grandi come un insetto”. E il rap si chiude con una domanda, “una domanda strana questo Asperger vi fa: come fate a reggere questa realtà?”.