Le cime tempestose di noi autistici, ovvero #pepechiediscusa
Quasi a voler rispondere alle affermazioni semplicistiche, rozze, con derive offensive del senatore Pepe, secondo il quale la persona autistica non sia in grado tout court di scrivere, di parlare, di argomentare, ecco un articolo pubblicato il mese scorso da The Guardian che aggiunge alla lunga lista dei geni affetti da Asperger anche la scrittrice Emily Brontë, autrice del bellissimo romanzo “Cime tempestose” che ha commosso ed emozionato milioni di adolescenti in tutto il mondo, me compresa
In occasione del festival internazionale del libro di Edinburgo, la scrittrice Claire Harman presentando il suo libro “Charlotte Brontë: a life” ha affermato che Emily era forse affetta dalla sindrome di Asperger. A sostegno della sua teoria molti episodi quali la tendenza all’isolamento sociale preferendo stare chiusa in casa, la frustrazione e i suoi repentini cambiamenti di umore con scatti di ira incontrollata. Uno di questi fu raccontato dalla prima biografa di Charlotte Brontë, la scrittrice ed amica Elizabeth Gaskell. Sembra che il cane di famiglia venne aggredito con un pugno da Emily per aver sporcato la biancheria. Il condizionale è d’obbligo perché nessuno di noi era presente nel 1857 per capire cosa realmente avesse provocato quella reazione. Non scordiamo che lo stereotipo femminile di quel periodo era quello di una donna assolutamente remissiva, incapace di un pensiero autonomo che non fosse quello del padre o del marito, totalmente dedita alla cura della casa, possibilmente poco acculturata. Emily era l’esatto contrario.
Nella biografia della Harman emerge comunque la preoccupazione e l’attenzione di tutta la famiglia Brontë nei riguardi di Emily, descritta come un vero genio dal brutto carattere e dall’estrema fragilità. Non che gli altri componenti se la passassero meglio in termini di debolezza e insoddisfazione. Il fratello Branwell tentò in tutti i modi di emergere dall’egemonia delle tre sorelle Charlotte, Emily e Anne cercando di intraprendere una strada diversa. Provò prima con la pittura e poi con la scrittura e sembra che nella stesura di Cime Tempestose ci fosse anche il suo zampino.
Il padre, concentrato nella sua attività di reverendo, si concedeva a loro in brevi momenti, quasi sempre di lettura davanti al fuoco. Anche lui viene descritto come un uomo egoista, molto freddo, emotivamente strano, forse con qualche tratto autistico, proprio perché la genetica non è un opinione. È certo che l’essere autistico è un modo di pensare, di comunicare, di confrontarsi con gli altri. Non è necessariamente associato a ritardo mentale e ce lo dimostrano Einstein, Newton, Darwing, Turing, Wittgenstein, Mozart, Buonarroti, giusto per dirne alcuni.
Per questo motivo è giusto e civile che il senatore Pepe si scusi con parte della popolazione. Chi ha offeso sono cittadini italiani aventi i diritti sanciti dalla Costituzione, anche quello di votare. Chi ha offeso ha una memoria che l’elefante è un dilettante al confronto e una volta che li prendi per il verso sbagliato è per la vita, come certe pietre preziose. Chi ha offeso è il vicino di casa, il negoziante sotto casa, il postino, il professore, l’elettricista, l’idraulico, persone che non girano con la diagnosi appuntata sulla giacca. Chi ha offeso è stufo di frasi comuni, di pressapochismi generali che non sono più tollerati se a dirli sono persone che dovrebbero rappresentarli. Chi ha offeso non vuole che il Parlamento avvalori teorie prive di qualsiasi fondamento scientifico, dia voce a persone radiate dal proprio Ordine, segua i deliri di chi è stato ripetutamente sbugiardato dall’intera comunità scientifica mondiale. Chi ha offeso non è tanto stupido da accettare così facilmente la parola censura. C’è solo una cosa da fare: #pepechiediscusa