Pensare Ribelle

Elon Musk i nostri cervelli e i maiali ribelli

Si parla con grande enfasi dell’esperimento “Telepaty” realizzato dall’azienda Neuralink di Elon Musk. E’ stato impiantato nel cervello di un uomo un microchip con l’ambizione di potenziare le capacità umane, curare disturbi neurologici come la SLA o il Parkinson e forse un giorno realizzare una relazione simbiotica tra uomo e intelligenza artificiale. Le opinioni sulla reale portata di questo esperimento sono contrastanti, si aspettano le pubblicazioni scientifiche in merito a quanto accaduto.

Questa è la premessa sulla notizia più attuale, io ricordo però che ad agosto 2020, quattro anni fa commentai su LA STAMPA il primo passo di Elon Musk verso questa sperimentazione. Allora comunicò di aver fatto impiantare un chip nel cervello di un maiale. Questo mi colpì molto già allora da cultore di “cervelli ribelli”, riproporlo qui ha il sapore di una profezia che potrebbe autoavverarsi; alla fine per scardinare i segreti del cervello umano, la cui eccentricità è ancora sottoposta a implacabile stigma, si passa per il maiale, incolpevole simbolo di ogni abiezione sub umana.

Il prossimo passo evolutivo dell’intera umanità inizia da una suina di nome Geltrude, il suo pensare maialesco è stato reso visibile sul display di un computer. È accaduto nel corso della presentazione a S. Francisco del progetto Neuralink, la nuova sfida di Musk che promette un’interfaccia che possa essere collegata con il cervello umano.

Al momento si è visto solamente il tracciato dell’attività celebrale della bestiola, che grufolava come nulla fosse nella sua cyber porcilaia, attorniata da congegni e scienziati. È stato detto che entro la fine dell’anno si passerà alla sperimentazione sugli umani; qui comincia il bello e ce ne è per tutti.

I primi a suonare le trombe saranno quelli che scrivono “sveglia!” che avranno finalmente la prova del grande complotto. Tutto torna: dal Covid al 5G è scattata l’offensiva rettiliana per asservire l’umanità. Con la scusa del vaccino ci metteranno a tutti il chip della schiavitù e la profezia si avvererà.

A stretto giro si faranno sentire quelli del “secondo natura”. Si stracceranno le vesti perché la scienza è il diavolo, non tanto per la possibile perdita di libertà di giudizio. Penseranno che se ci mettono un telecomando collegato al nostro cervello, gli integralismi e le superstizioni perderanno il loro primato di devastazione.

Gli animalisti e vegan assolutisti di sicuro staranno già elevando barricate. Sarà visto come l’ennesimo sopruso degli umani verso i nostri fratelli grugnanti con la coda arricciolata. Anche loro vedranno dietro all’esperimento una congiura dei crudeli uomini carnivori. Altro che ricerca per curare malattie neurologiche: Musk sta mettendo a punto il maiale elettronico autoporchettante. Si mette allo spiedo da solo con la mela in bocca. Lo spettro di salumifici con maiali collaborativi, in effetti qualche raccapriccio lo darebbe.

Poi si faranno vivi i patiti di futuri distopici alla “Black Mirror”. Per loro questa notizia equivale a un biglietto per il paese dei balocchi. Il download della nostra coscienza a questo punto è alle porte. Nessuno più morirà, ci faremo un backup della nostra vita e lo scaricheremo in dei video game personalizzati, in cui continueremo a far bisboccia dentro al server del nostro paradiso digitale.

Di sicuro si farà molta ironia sul maiale intelligente, è facile lasciarsi andare alla fantasia di Geltrude che accede negli atenei e discetta con i luminari, solo perché una volta entrati in un cervello si immagina che possa esserci messo dentro di tutto, come Neo che in Matrix, dopo aver ingurgitato la pillola rossa, diventa maestro di kung fu caricandosi nella testa un programma di apprendimento. Un fatto è sicuro, nel nostro cervello è racchiuso tutto quello che noi chiamiamo universo, ogni lettura di ciò che ci teniamo dentro è finora restata un’ipotesi, un’interpretazione; nulla che ci mostrasse decodificato in codice binario il complesso film del nostro esistere.

Passando per un maiale nero, che inconsapevole beve latte al biberon, ora sappiamo che anche questa porta sarà aperta. Andremo oltre le colonne d’ Ercole verso ciò che ritenevamo metafisica, grazie a un porcello che, per antico pregiudizio, abbiamo considerato il simbolo di ogni nostro più scurrile istinto.

Facciamocene una ragione: forse ci sentiremo simili a dei grazie al porco, da sempre per noi l’animale più detestabile e abietto, a meno che non si presenti risorto sotto forma di salsiccia.

Gianluca Nicoletti

Giornalista, scrittore e voce della radio nazionale italiana. E' presidente della "Fondazione Cervelli Ribelll" attraverso cui realizza progetti legati alla neuro divergenza. E' padre di Tommy, giovane artista autistico su cui ha scritto 3 libri e realizzato due film.

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